Economia
Acri, Melley in pole per il post-Guzzetti. Chi è l'avvocato con simpatie a 5S
Nel 2019 Giuseppe Guzzetti (dopo ventidue anni) lascerà sia la Cariplo sia il vertice dell'Acri, l'associazione delle fondazioni di origine bancaria
Glielo ordina la legge. Sicchè Giuseppe Guzzetti classe 1935, da ventidue anni al vertice di Cariplo e Acri, passa la mano. Finalmente maligna qualcuno, in realtà assai più di qualcuno. Un limite che nemmeno l’ottuagenario Bernheim, potentissimo gran capo in Generali, ha potuto valicare. La pensione prima o poi arriva per tutti, si spera. La domanda è dunque la solita: chi prenderà il suo posto? I bene informati fanno il nome di Matteo Melley, avvocato, classe 1960, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Spezia già scelto quale vicepresidente di Acri e presidente di Cdp immobiliare.
Fondazione Carispezia è un soggetto non profit senza finalità di lucro che, come recita il sito “persegue scopi di utilità sociale e promozione dello sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio di riferimento: la provincia della Spezia e la Lunigiana. La Fondazione sostiene progetti propri, realizzati in partenariato con enti locali e organizzazioni del Terzo Settore, e progetti di terzi, selezionati attraverso bandi di erogazione in quattro aree di intervento”.
Purtroppo se si cercano informazioni sul nuovo possibile presidente, non si trova granché: il personaggio è ancora un outsider, per alcuni un possibile enfant prodige urbano, la città che abita la conosce in ogni metro quadrato, con La Spezia il legame sembra strettissimo. Matteo Melley pare essere persona schiva e riservata, come il manuale del perfetto banchiere raccomanda, ma dietro il visto ancora giovane del bravo ragazzo, emerge una tempra forte, nobile, legata a doppio filo al territorio, ma ancor di più alla banca che amministra e che quotidianamente, ad ogni intervista, difende a spada tratta.

“Siamo una risorsa non sfruttata a pieno”, ha ripetuto più volte, e tutte le volte che gli è possibile, i soldi li spende per migliorare il tessuto urbano. Il territorio torna sempre, il suo miglioramento, sembra una mission. Curiosi come siamo, abbiamo insistito nel compulsare gli archivi digitali e l’impegno è stato premiato con il ritrovamento di una chicca. Anzi due.
La prima è una (inaspettata) scelta di campo: nel non lontano maggio del 2017, intervistato dal Secolo XIX, il Presidente della Fondazione Carispezia definiva Pizzarotti, ex-Cinquestelle al guida di Parma, il sindaco ideale per la sua città. Pizzarotti, un altro personaggio che preferisce la politica attiva, che predilige il fare, e non limitarsi a scartabellare documenti, che preferisce sporcarsi le mani, ma non in affari poco puliti, ma sporcarsi le mani nelle attività di tutti i giorni con i propri concittadini. Melley è coerente, ama i suoi simili. La seconda ha un sapore decisamente deamicisiano.
E’ il racconto di un pellegrinaggio nella città di Spezia compiuto per accogliere l’invito a presentare “Promemoria italiano” da parte di un caro amico d’infanzia. L’amico è Matteo Melley, compagno di basket al DDM; la commossa voce narrante è quella di Roberto Napolitano, l’ineffabile, l’insostenibile, l’imbarazzante ex-direttore del Sole 24 Ore. Due indizi che, beninteso, in questo caso non provano nulla se non aumentare la nostra legittima curiosità.
Molto più mite sembra essere Guido Melley, il fratello nonché suo alter ego, già definito dalla stampa come il “candidato gentile”, commerciante e già assessore per dieci, anni con una dote di affabilità che tanto piace alla gente di La Spezia. I fratelli Melley, un banchiere e un politico, uno rude e genuino, l’altro gentile, entrambi con un minimo comune denominatore, il legame con le liste civiche, da La Spezia ora sono pronti alla scalata dei palazzi del potere?
Dalla provincia con furore. Dopo un lungo regno del democristiano Guzzetti, anche la finanza sembra fare l’occhiolino non più ai vecchi partiti burocratizzati, ma ai partiti del territorio. La politica da salotto dove soggiornano solo le elite sembra chiudere, si torna sulla strada per incontrare i bisogni della gente. Una rivoluzione di palazzo.
@paninoelistino