Economia
Alitalia, perché Di Maio dice no alla proroga. Cresce l'opzione 5° socio
Alitalia, Di Maio: “No alla proroga”. RUMORS
Giù la maschera. Se Atlantia in primis o anche gli altri pretendenti vogliono partecipare al consorzio per il rilancio dell'Alitalia devono presentare le proprie offerta entro le 18 di domenica sera (è la deadline fissata dall'advisor di Fs Mediobanca), in modo da consentire al Cda del gruppo ferroviario guidato da Gianfranco Battisti di esprimersi il giorno dopo e di inviare immediatamente la lettera con la composizione della compagine della Newco ai commissari dell'aviolinea.
E' da leggersi così, spiegano fonti della maggioranza, quanto fatto filtrare in queste ore dal Mise. E cioè che per l'operazione Alitalia "ci si aspetta la chiusura del consorzio entro il 15. Una scadenza che, come ribadito da Di Maio, non può essere prorogata".
Ieri Atlantia, che controlla sia Aeroporti di Roma ma anche Autostrade per l'Italia finita sul bancone degli imputati per il crollo del Ponte Morandi, ha dato mandato al proprio Ceo Giovanni Castellucci di valutare l'investimento, chiedendo però più tempo per ottenere dagli altri partner le garanzie su piano industriale, gestione manageriale e azionariato.
Opzione che invece al Mise si esclude quindi, anche perché, fanno notare alcune fonti ad Affaritaliani.it, dopo le numerose proroghe di questi mesi (il dossier doveva chiudersi a fine anno con il previsto rimborso del prestito-ponte, termine poi riscadenzato a fine aprile e nuovamente slittato a metà luglio) gli interessati hanno avuto tutto il tempo di studiare l'operazione. E Atlantia ha le spalle finanziariamente forti per sobbarcarsi i 300 milioni da mettere sul piatto per il 35-40% della Newco.
Sempre le stesse fonti fanno notare anche come la chiusura della porta da parte del Mise a una nuova proroga possa anche favorire l'opzione quinto socio, splittando l'ultimo 40% da assegnare (dopo il 35% di Fs, oltre il 15% del Mef e il 10% degli americani di Delta) su due azionisti: Atlantia in tandem con il gruppo Toto a cui andrebbe un 20% a testa. Configurazione ben vista dal vicepremier che punterebbe a contenere il peso della società dei Benetton.