Economia

Alitalia, vendita dopo le elezioni.I 3.000 addetti che tutti vogliono tagliare

Risanamento o fallimento di Alitalia. Tutto possibile ma dopo le elezioni

Mentre il Governo di Paolo Gentiloni sa perfettamente che è obbligatorio rimandare la decisione su Alitalia a dopo le elezioni (troppo alto in negativo l'impatto mediatico di chi deve gestire una simile patata bollente), piovono le offerte, pure dagli Stati Uniti. Infatti insieme alle sette offerte per acquisto della compagnia di bandiera a 'spezzatino' da quella di Lufthansa a Easy Jet, sul tavolo dei tre Commissari è arrivata ieri, a sorpresa, una sorta di manifestazione di interesse da parte del fondo statunitense Cerberus. L'ultima in ordine di tempo, quella di Cerberus, sembra proprio essere scaturita dall'aldilà. Nessun interesse fino ad ora e adesso una voglia di acquisto di tutta la compagnia.

LA CRISI ALITALIA. IL FONDO CERBERUS 
Ma chi è Cerberus? Un grosso fondo americano che ha alle spalle il risanamento di un'altra compagnia, Air Canada. La compagnia canadese era indebitata molto di più di Alitalia (qualcosa come 13 miliardi di dollari) e si è riusciti a rimetterla in sesto attraverso un deciso contenimento dei costi finanziari e soprattutto un deciso taglio della forza lavoro, ridotta del 25% (se parlassimo di Alitalia ragioneremmo di quasi 3000 persone). Questa offerta presenta sicuramente novità come la proprietà solo del quarantanove per cento, essendo il fondo extraeuropeo, la permanenza del Governo italiano nella compagine azionaria e la partecipazione azionaria dei dipendenti. Diversi comandanti e piloti hanno espresso interesse ad investire personalmente nella compagnia.

LA CRISI ALITALIA. INEVITABILE IL TAGLIO DEI DIPENDENTI
Ma, in ogni caso, purtroppo, tutte le offerte per l'acquisto a spezzatino o per l'acquisto in blocco, passano tutte attraverso un taglio dei dipendenti. Una voce considerata 'intoccabile' per le molte rappresentanze sindacali che stanno all'interno della compagnia e per quelle che ne stanno al di fuori. Ovvio che Alitalia è una compagnia disastrata, ma ha fortunatamente qualche buona potenzialità, come ad esempio, nell'area dei voli a lungo raggio dove registra utili anche adesso.

Ma il risanamento deve per forza passare da una partnership con una grande compagnia. È comunque indubbio che ci vorranno mesi per arrivare a qualche conclusione. Ed è soprattutto chiarissima la volontà di tutte le forze politiche di rimandare lo spinoso problema a dopo la tornata elettorale. Così il problema nel futuro sarà del prossimo Governo mentre, nel presente, le rogne e soprattutto i costi sono sulle spalle di tutti i contribuenti italiani.