Economia
Alitalia, via alla vendita del marchio: si parte dal prezzo base di 290 mln

In vista del 15 ottobre, data in cui decollerà la nuova Italia trasporto aereo, i commissari invitano a formulare le offerte. Cessione entro il 31 dicembre
Alitalia, marchio in vendita al prezzo base di 290 milioni. Ma resta il nodo esuberi
Apparso sui quotidiani nazionali italiani e sul britannico Financial Times (vedi sotto la pagina dall'edizione odierna), l’annuncio è finalmente arrivato: la società in amministrazione straordinaria dell’ex compagnia di bandiera tricolore ha dato il via alla gara per l’acquisizione del marchio Alitalia, che dovrà essere ceduto entro il 31 dicembre 2021. "Nell'ambito della procedura di amministrazione straordinaria di Alitalia Sai, i commissari straordinari intendono procedere alla cessione del brand Alitalia", si legge nel comunicato, in cui i commissari invitano i soggetti interessati a formulare la propria offerta.
La pagina dell'edizione odierna del Financial Times con l'annuncio del via alla gara per l’acquisizione del marchio Alitalia e il relativo invito all'offerta
Il prezzo base dell’offerta è pari a 290 milioni di euro oltre Iva e oneri fiscali ai sensi di legge. Nella prima fase di aggiudicazione saranno ammesse soltanto offerte vincolanti uguali o superiori al prezzo di gara. Nel caso in cui, sia nella prima che nella seconda fase di aggiudicazione non siano presentate offerte vincolanti, i commissari straordinari procederanno alla cessione del brand senza vincoli procedurali nei confronti dell'operatore economico da essi individuato. Le offerte vincolanti per la prima fase dovranno essere presentate dai soggetti ammessi - indipendentemente dalla rispettiva data di accesso alla data room - entro le ore 14.00, ora italiana, del giorno 4 ottobre 2021.
In tale quadro, l’obiettivo è presentarsi pronti per il 15 ottobre, data in cui decollerà la nuova compagnia aerea Ita. Il nodo aperto resta (ancora) quello delle 2.800 assunzioni promesse e annunciate dalla newco per la fase di partenza, con il rischio di non essere in grado di gestire più di 7.000 esuberi e relativi ammortizzatori sociali. Dal governo ancora nessuna risposta. Per ora, si legge sul Sole 24 Ore, c’è solo la richiesta dei commissari di prolungare la cigs, che scade il 22 settembre, di un anno.