Economia

Alkemy,Mattiacci commenta la strategia M&A: "oltre 20 mln per le acquisizioni"

Affaritaliani.it intervista Alessando Mattiacci,Presidente di Alkemy e Responsabile M&A:“integrare la catena del valore focalizzandosi su competenze e mercati"

Alkemy digital_enabler®, società specializzata nell’innovazione del modello di business di grandi e medie aziende e quotata dal 5 dicembre 2017 sul mercato AIM di Borsa Italiana (ticker: ALK), cresce nel mercato europeo e pianifica nuove acquisizioni.

Affaritaliani.it intervista Alessandro Mattiacci, Presidente di Alkemy e Responsabile M&A.

 

La quotazione in Borsa Italiana a fine 2017 vi ha permesso di raccogliere risorse importanti per crescere anche nel mercato europeo: qual è la vostra strategia M&A e quali sono le sinergie commerciali che Alkemy intende sviluppare a breve e lungo termine?

 

Abbiamo raccolto circa 20 milioni in fase di quotazione il 5 dicembre dello scorso anno: siamo privi di debito e abbiamo la possibilità di agire la leva finanziaria per ulteriori 10 milioni mantenendo un profilo estremamente prudente,. Se così fosse, potremmo avere a disposizione ulteriori risorse per fare acquisizioni. Ci siamo dati 24 mesi dall’IPO  come orizzonte temporale per utilizzare i proceeds. La nostra strategia M&A si focalizza su competenze e mercati: competenze perché abbiamo nei piani d’integrare la nostra catena del valore aggregando team e aziende con competenze specifiche, che noi riusciamo a scaricare come valore sui clienti, Tra le altre cose, la nostra attività di M&A è iniziata nel 2012, ancor prima della quotazione su AIM.. Facendo data dall’IPO, la prima area di competenza da integrare nel portafoglio d’offerta era quella dei dati.Abbiamo colmato il gap di competenze, infatti, con l’acquisizione di Nunatac.Un’altra area d’interesse è quella dell’ IoT perché, nell’aiutare le aziende ad innovare il proprio sistema di offerta, è sempre più importante unire strategia, tecnologia, analisi dati e smart devices. Abbiamo nel radar screen una serie di aziende potenzialmente target.  In ogni caso, non si tratta di acquisizioni finanziarie ma di vere e proprie aggregazioni di imprenditori, che decidono di diventare insieme a noi imprenditori di un progetto più grande. La nostra è una public company che accoglie manager, talenti, imprenditori, è un struttura che cresce nel tempo dove ognuno è eccellente su una competenza all’interno di un contesto strategico più grande, con l’obiettivo di diventare la realtà indipendente più importante nelle geografie obiettivo.

 

Per quanto riguarda i piani di sviluppo internazionale, quali sono le aree geografiche potenzialmente più interessanti per Alkemy?

 

Per noi la crescita internazionale è talmente importante da giustificare su questo aspetto la focalizzazione di uno dei più senior del management team di Alkemy, Paolo Fontana. Per quanto riguarda le geografie, stiamo guardando a sinistra e a destra dell’Italia. Sia i mercati balcanici sia l’area iberica, sono contesti con caratteristiche molto simili a quelle che ha avuto il mercato italiano: molto frammentati, in rapida crescita e dove non ci sono delle leadership consolidate. Sono quindi dei mercati dove Alkemy potrebbe, idealmente, ripercorrere l’esperienza di successo che sta costruendo qui in Italia. In Spagna abbiamo aperto un ufficio l’anno scorso con due soci locali, uno dei quali, Ferdinando Meo, è anche il CEO. Abbiamo messo insieme un dream team di professionisti provenienti dall’advisory e stiamo incontrando imprenditori per individuare un’azienda da aggregare al progetto, sulla quale costruire lo sviluppo delle altre competenze. Nei Balcani, invece, siamo partiti con un imprenditore locale, Milan Perovic, e il supporto dall’Italia: quest’anno abbiamo stretto una Joint Venture con un operatore distributivo locale e un’acquisizione dell’agenzia digital Kreativa New Formula per strutturare una squadra ed incrementare ulteriormente le competenze sulla base del nostro macro progetto e dei traguardi che ci siamo posti. E’ verosimile che entro la fine del 2019, grazie ai proceeds dell’IPO si possa raggiungere una dimensione che ci consenta di passare al mercato principale e traguardare nuove sfide per lo sviluppo in Italia e all’estero.

 

In riferimento invece alla recente acquisizione di Nunatac, società italiana che opera nell’ambito dei big data, qual è l’impatto di questa operazione nella catena del valore di Alkemy ?

 

Innanzitutto abbiamo aggregato due persone speciali, Alberto Saccardi e Guido Cuzzocrea, imprenditori con una professionalità consolidata alle spalle e con i quali si è creata da subito una forte empatia, in linea con lo spirito di Alkemy.

Alberto e Guido, oltre ad una grande competenza nel loro ambito, hanno creato un team di persone altrettanto valide: abbiamo iniziato a lavorare insieme su alcuni progetti e abbiamo poi sperimentato che, congiuntamente, potevamo fare la differenza.

Nunatac porta valore lungo tutta la linea di offerta di Alkemy: sia sulla parte di advisory, per una maggiore comprensione delle aziende clienti, sia sulla parte di e-commerce perché ci permette di comprendere meglio i comportamenti di acquisto e ottenere quindi dei ritorni sugli investimenti migliori, sia sulla parte di performance marketing consentendoci di abbattere i costi di acquisizione dei clienti, sia sull’ analisi dati quale business a se stante. L’integrazione è iniziata sul piano commerciale: abbiamo iniziato a lavorare insieme su alcuni clienti ma nel giro dei prossimi 12 mesi, saremo in grado di portare sul mercato nuove linee d’offerta nate dall’integrazione delle competenze.