Economia
Amazon fa il primo passo verso i servizi di telefonia
Pronto il pacchetto film-calcio
Sarà che manca poco al suo “pensionamento” ma mai come in questo momento Jeff Bezos si è mostrato attivo. Due giorni fa ha annunciato l’acquisto di Metro Goldwyn Mayer per 8,5 miliardi (bruscolini per un gigante che fattura oltre 360 miliardi di dollari e ha una capitalizzazione superiore ai 1.600 miliardi). E oggi ha incassato il via libera dall’Agcom e dal Mise per la realizzazione di Amazon Connect. Andiamo con ordine.
Inserire nel catalogo di Prime – un po’ debole rispetto alla concorrenza degli altri player del mondo on demand – oltre 4.000 film da destinare agli utenti Prime non è decisamente una mossa di poco conto. Questo perché già ora ai 36 euro di abbonamento annuale (o 3.99 mensile) si possono sommare anche altri pagamenti “spot” per affittare o acquistare una serie tv o un film.
Ma se con l’investimento spaventoso per il Signore degli Anelli Bezos si è messo al sicuro sul lato delle serie, ora avere a disposizione questa enorme cineteca significa avere una nuova freccia al proprio arco. Per farci cosa? Prima di tutto cementare ancora di più il rapporto con i propri 200 milioni di iscritti ai servizi Prime. E poi per incrementare i profitti sul lato delle vendite e dei noleggi.
Seconda convinzione: con la conquista di una delle gare del mercoledì in Italia, una tra Inter, Milan, Juventus e Atalanta finirà sullo schermo della televisione on demand di Bezos. Si può dire che l’affare sia stato particolarmente fortunato perché fino all’ultimo la presenza della squadra torinese è stata incerta. Così invece Amazon si ritrova con una platea potenziale di 16,2 milioni solo per le tre big, cui aggiungere anche la squadra bergamasca che vanta poco meno di 300mila supporter.
Al momento quello che è certo è che non ci saranno ticket per le partite di Champions, ma chi ha Prime potrà vedere il match. Non sarebbe però inverosimile pensare a un ritocco verso l’alto della cifra di abbonamento, avvicinandosi magari ai 50 euro annui. D’altronde, si tratterebbe anche in quel caso di un prezzo inferiore di oltre la metà rispetto a Netflix (che pure non offre consegne gratuite sui prodotti) e fino a 14 volte inferiore rispetto a quello di Sky. Insomma, il “ritocchino” non sarebbe decisamente una chimera.
Terza notizia: Amazon potrebbe entrare anche nel mondo delle telecomunicazioni. Lo ha già fatto con il servizio Connect, che è una sorta di call center per chi utilizza i servizi di Aws (Amazon Web Services). Ora però, con l’autorizzazione dell’Agcom e del Mise, si compie un ulteriore passaggio: l’azienda ha ricevuto il via libera per i servizi di comunicazione elettronica per un sistema di telefonia accessibile al pubblico. Attenzione: non si tratta di una sim che farà concorrenza alle aziende di tlc nell’immediato, ma un primo passaggio in un mondo “nuovo”.
Per il momento, infatti, tramite Amazon Connect sarà possibile per le aziende effettuare o ricevere chiamate dai clienti facendo però uso di numeri telefonici del nostro Paese. Non è un passaggio banale: significa essersi accreditati come player affidabili nell’economia del paese. Cosa oltretutto rimarcata dall’accordo con Fincantieri per la realizzazione di servizi cloud in ottica Pnrr.
Dunque, se al momento il rischio di un assalto alla diligenza ancora non c’è, è probabile che qualcuno inizi a pensare che potrebbe esserci qualche problema che inizia a profilarsi all’orizzonte. Secondo alcuni studi, l’offerta di un servizio di telefonia mobile da parte di Amazon sarebbe bene accetto dal pubblico e determinerebbe un incremento del 25% delle sottoscrizioni a Prime.
Sarebbe fantascienza pensare a un bundle che comprenda film, partite di calcio, consegne gratuite e servizi di telefonia? Ovviamente no. D’altronde, la stessa Tim nel presentare il bilancio ha rimarcato l’importanza dei servizi ulteriori rispetto alla mera connessione e telefonia. Valore aggiunto che proviene dall’accordo con Dazn o dalla possibilità di garantire contenuti come film e serie tv. Ma se arrivasse Amazon si rischia non solo che le carte vengano sparigliate, ma perfino che salti proprio il tavolo. Perché si sa che quando Bezos punta un obiettivo difficilmente lo molla.