Economia
Automotive, Amazon pronta a diventare investment company

“Se si pensa a come è oggi l’industria dell’automobile, con la cosiddetta Uberizzazione, l’elettrificazione, la connected car e cose del genere, è davvero affascinante. Sarà molto interessante seguire le evoluzioni e prenderne parte”. Questo è quanto affermato dal Ceo di Amazon. Come scrive Corcom, lo staff meeting si è tenuto a marzo ma le dichiarazioni di Bezos sono state diffuse oggi dal sito Cnbc.com. Il che spiega perché la sua azienda ha investito a febbraio 700 milioni di dollari nella startup dei camion driverless Rivian.
Tale affermazioni svelano le strategie del colosso americano del commercio elettronico. Amazon si è aperta negli ultimi anni all’attività di finanziamento di startup che considera promettenti e quelle dell’auto connessa e autonoma rientrano nell’ambito di interesse: Amazon ha non solo infuso denaro in Rivian ma anche in Aurora (specializzata in auto autonome) partecipando a un round di finanziamento da 530 milioni di dollari. Nel primo trimestre 2019 il gigante americano detiene quote di società terze per 1,4 miliardi, il valore più alto di sempre per Amazon e circa cinque volte di più rispetto a quanto posseduto due anni fa.
Secondo Gene Munster, analista di Loup Ventures, Amazon vede un collegamento diretto tra le startup del driverless e il business del commercio elettronico, che richiede sistemi veloci e poco costosi per le consegne.“E’ una sorta di R&D affidato a terzi”, dice Munster. I costi di spedizione ammontavano a 7,3 miliardi di dollari per Amazon nello scorso trimestre, un incremento anno su anno del 21%: è chiaro che l’azienda cerca tecnologie che aiutino a ridurre le spese.
Sempre come scrive Corcom, il fattore rilevante secondo gli analisti, è l’inedita propensione agli investimenti di Amazon, finalizzata a rinvigorire le entrate. Nel primo trimestre il gruppo ha messo a segno utili record di 3,6 miliardi, ma registra ricavi al minimo: a 59,7 miliardi di dollari sono cresciuti “solo” del 16,9%, il tasso più debole dal 2015. Non stupisce che nello stesso trimestre il gruppo di Bezos abbia sborsato 1,2 miliardi cash per “acquisizioni e altre attività di investimento”, la cifra più alta in un trimestre esclusa l’operazione Whole Foods.