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Economia
Revoca concessione Autostrade, scontro con M5S. "Relazione pilotata"

Autostrade: Toninelli, per M5S revocare tutte concessioni Aspi

L'indirizzo del Movimento 5 Stelle è di procedere al ritiro di tutte le concessioni in mano ad Autostrade per l'Italia (Aspi). A dirlo il ministro dell Infrastrutture, Danilo Toninelli. "Ci sono tutte le condizioni per un grave inadempimento sia per quanto riguarda gli obblighi giuridici di custodia del bene dato in concessione sia l'obbligo di restituzione", ha spiegato a margine dell'inaugurazione di un nuovo ponte ad Annone Brianza, vicino Lecco.

"Ora apriremo un dibattito politico. Il Movimento 5 Stelle ritiene che essendo venuto meno totalmente il rapporto di fiducia nei confronti del concessionario questo debba portare ad una evidente revoca della concessione perché le relazioni fanno capire come il modello manutentivo applicato al ponte Morandi a Genova sia lo stesso applicato su tutti i 3000 chilometri (in concessione ad Aspi, ndr)", ha concluso, indicando la volontà di procedere dunque alla revoca di tutta la rete. 

Autostrade: Toninelli, per noi clausola indennizzo illegittima

Per il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, la clausola delle concessioni autostradali in mano ad Autostrade per l'Italia che stabilisce come il gruppo abbia diritto a un indennizzo in caso di revoca "è illegittima e incostituzionale". A dirlo lo stesso Toninelli, dopo aver aver letto la relazione della commissione del Mit e replicando al comunicato di stamattina di Aspi. "Atlantia ha ricorso contro qualsiasi rigo, punto, virgola, qualsiasi atto del mio ministero.

Borsa: Atlantia -2,7% con possibile revoca concessione Aspi

Apertura in netto calo per Atlantia a Piazza Affari. Il titolo della società, che ha la famiglia Benetton e che controlla Autostrade per l'Italia, come principale azionista è in calo del 2,7% a fronte di un Ftse Mib che sale dell'1% circa. "A quanto stiamo apprendendo sarebbero emerse gravi inadempienze da parte di Autostrade (e dunque i Benetton) per quanto riguarda la manutenzione delle infrastrutture affidategli dallo Stato, incluso il Ponte Morandi ovviamente", ha scritto il ministro Luigi Di Maio domenica su Facebook. Una ricostruzione che Aspi respinge con forza, rimarcando la sicurezza della rete e sottolineando che "nella denegata ipotesi di revoca" la convenzione prevede "il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti".  

Decine sono i contenziosi aperti. Sono contenziosi aperti perché purtroppo i politici professionisti che hanno preceduto questo governo gli hanno dato un enorme potere. Il concessionario ha un potere enormemente superiore rispetto al potere dello stato. Quando tu metti una clausola che dice che anche se lo Stato revoca in maniera legittima la concessione deve pagare da qui al 2038 tutti gli utili netti. Ma stiamo scherzando? È illegittima e incostituzionale, per noi questa clausola non esiste", ha spiegato a margine dell'inaugurazione di un nuovo ponte ad Annone Brianza nel lecchese. "Penso che con calma, nelle prossime settimane costruiremo il percorso che chiude il procedimento amministrativo. Ci sarà un decreto mio e del ministro Tria e si vedrà cosa si potrà fare, senza nessun caos", ha concluso. 

Autostrade: Aspi, da anticipazioni non emergono inadempimenti

Autostrade per l’Italia non ha "ricevuto alcuna comunicazione in relazione al procedimento in corso" e ha "appreso solo da notizie di stampa dell’esistenza e dei contenuti della relazione della Commissione ministeriale insediata presso il Mit". E' quanto si legge in una nota in cui Aspi "contesta il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte, come è richiesto dal procedimento amministrativo in essere". Secondo l'azienda, inoltre, "da tali anticipazioni non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione. Peraltro, la presunta violazione dell’obbligo di custodia, di cui all’art. 1177 del codice civile, costituirebbe un addebito erroneo ed inapplicabile al caso di specie, trattandosi di una infrastruttura che sarà restituita allo Stato al termine della concessione, per effetto della sua ricostruzione affidata dal Commissario per Genova ed interamente finanziata da Aspi".

Atlantia, Aspi: Relazione su concessione diffusa in modo pilotato 

Quanto "ai riferimenti diffusi a mezzo stampa circa una ipotetica pericolosità di altre infrastrutture della rete", Aspi "ribadisce con forza che la sicurezza della stessa è stata confermata anche da ulteriori verifiche fatte da primarie società terze. Aspi", afferma ancora la nota, "resta fortemente impegnata a garantire i migliori standard di sicurezza che hanno contribuito, dopo la privatizzazione, ad un sostanziale miglioramento dei livelli di sicurezza della circolazione". Aspi rileva poi che ,"al fine di ristabilire un corretto quadro informativo, i termini della Convenzione prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti. La sussistenza di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, è confermata anche dalla stessa relazione della Commissione". Infine, il comunicato "ricorda che sono ancora ignote le cause interne o esterne che hanno determinato la tragedia e l’accesso alla documentazione dei luoghi e dei fatti è ancora incompleto". 

Autostrade, 'giusto stop a convenzione'. M5S: revoca non avrà costi

L'articolo 9 bis della convenzione prevede che il diritto a indennizzo/risarcimento del concessionario sussiste "nel rispetto del principio dell'affidamento". A quanto leggiamo dalla stampa la relazione del Mit ha evidenziato invece gravi inadempienze da parte di Aspi. Cio' significa che lo Stato nel caso di revoca non dovra' pagare ad Aspi i soldi per i mancati guadagni, come qualcuno ha provato a dire in questi giorni". Lo sottolineano fonti di governo M5S. "Noi ci stiamo muovendo nel rispetto del contratto di concessione e nel solco dei contratti in essere. Perche' chi investe in Italia deve sapere che e' il benvenuto, che supportiamo il business, ma nel massimo rispetto degli interessi nazionali", concludono.

Ponte Genova: Di Maio, contro M5s nasce partito Benetton, su revoca concessione Autostrade non arretriamo - Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, su Facebook saluta soprattutto "chi ha il coraggio di tenere la testa alta e dire no agli approfittatori" e poi spiega: "Ci sono milionari e multinazionali che credono di poter utilizzare le casse dello Stato a proprio piacimento e quando provi a togliergli le rendite, iniziano a ricattare. Si sentono forti perche' c'e' una buona parte della politica e dei partiti che gli hanno fatto e gli fanno da scendiletto. Guardate il caso del ponte Morandi - continua -: non appena abbiamo comunicato l'intenzione di revocare la concessione ad Autostrade tutti questi poteri sono sobbalzati dalla sedia. E' nato il partito dei Benetton - annuncia - che sta federando tutti gli amici degli amici che in questi anni hanno avuto trattamenti di privilegio, a scapito degli imprenditori che ogni giorno si spaccano la schiena. Io sono dalla parte del lavoro e delle imprese ed e' per questo che mi batto contro coloro che fanno concorrenza sleale ai nostri artigiani, ai nostri operai con concessioni vergognose". Per il capo politico M5s "il partito dei Benetton ha un solo obiettivo, andare contro il Movimento cinque Stelle. Non contro il governo - ribadisce - ma contro il Movimento cinque Stelle". Il vicepremier quindi prosegue: "Pensano di farci paura, ma pensano male. Faremo giustizia per le famiglie che hanno perso i loro cari in quel tragico 14 agosto. Non sara' un titolo in borsa a cancellare le loro lacrime. Stateci vicino, questa estate molti italiani pagheranno i caselli autostradali. Abbiamo gia' bloccato i rincari per tutta l'estate, fino al 15 settembre, e non ci fermiamo".

AUTOSTRADE: COMMISSIONE MIT, GRAVE INADEMPIMENTO, GIUSTO STOP CONVENZIONE - La relazione della commissione del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti sulla eventuale revoca delle concessioni ad Autostrade legata al crollo del ponte Morandi sembra aprire la strada allo stop ad Aspi fortemente sostenuto dal M5S. La relazione, visionata in esclusiva dall'Adnkronos, sostiene che il crollo del ponte, risalente all'agosto dello scorso anno, ha comportato la mancata restituzione di un bene che, per via della concessione, era stato affidato ad Aspi, che era quindi tenuta a restituirlo integro. Per il gruppo di lavoro istituito presso il Mit, questo configura un grave inadempimento che consente la revoca unilaterale della concessione. In relazione all'evento del 14 agosto 2018, si legge nelle conclusioni, la commissione è dell'avviso che ''sussista l'inadempimento di Aspi agli obblighi di custodia e restituzione di cui all'articolo 1177 del codice civile e di manutenzione di cui all'articolo 3 della Convenzione" e che "tali inadempimenti abbiano il carattere della gravità in relazione all'interesse complessivo affidato alla cura del Concedente''.

AUTOSTRADE: COMMISSIONE MIT, PERSA FIDUCIA IN ASPI, DUBBI SU INTERA RETE - Una perdita di fiducia nei confronti di Autostrade per l'Italia e l'esistenza di lacune gravi sull'intera rete autostradale che rendono centrale la manutenzione, quella manutenzione che ha visto ''inadempiente'' Aspi nel caso del ponte Morandi di Genova, crollato nell'agosto dello scorso anno provocando 43 vittime. E' questo, a quanto apprende l'Adnkronos, uno dei punti a cui giunge il gruppo di lavoro -la commissione indipendente istituita presso il Mit- per pronunciarsi sull'eventuale revoca delle concessioni ad Autostrade, partita legata inevitabilmente a doppio filo con la partita di Alitalia. Il crollo, per i tecnici del gruppo di lavoro, lascia presupporre gravi lacune del sistema di manutenzione che si possono ritenere sussistenti su tutta la rete autostradale e che pertanto giustificano che lo Stato abbia perso fiducia nell'operato di Aspi, società che ha comunque già iniziato un forte intervento di manutenzione straordinaria dopo il crollo del Morandi.

AUTOSTRADE: COMMISSIONE MIT, NO A REVOCA CONCESSIONI SOLO IN LIGURIA - È difficile ipotizzare una risoluzione parziale del 'contenzioso' con Autostrade, con una REVOCA delle concessioni nel solo tratto ligure, quello, per intenderci, interessato dal crollo del ponte Morandi dello scorso agosto. E' questa una delle conclusioni a cui giunge, a quanto apprende l'Adnkronos che ha potuto visionare le 62 pagine di relazione, la commissione indipendente istituita presso il Mit per pronunciarsi sullo stop alle concessioni per Aspi dopo la tragedia del ponte Morandi.

AUTOSTRADE: COMMISSIONE MIT, NULLE CLAUSOLE RISARCITORIE CON STOP CONVENZIONE - Secondo la commissione istituita presso il Mit sull'eventuale revoca delle concessioni ad Autostrade a seguito al crollo del ponte Morandi di Genova sono nulle, o comunque non applicabili al caso, alcune clausole della convenzione che prevedono risarcimenti per risoluzione anticipata del rapporto. Lo apprende l'Adnkronos che ha potuto visionare le 62 pagine di relazione del gruppo di lavoro. Per la stessa commissione, tali clausole sono da considerarsi dunque nulle, anche se gli stessi tecnici non escludono che Aspi possa avanzare pretese in sede contenziosa né tantomeno escludono che riesca ad ottenerle.

AUTOSTRADE: COMMISSIONE MIT, CON REVOCA AD ASPI SALDO INVESTIMENTI NON AMMORTIZZATI - Per la commissione istituita presso il Mit per pronunciarsi sull'eventuale REVOCA delle concessioni ad Autostrade, è verosimile che ad Aspi spetti, in caso di stop delle concessioni, un valore di subentro relativo agli investimenti non ancora ammortizzati ed effettuati in questo anno, dopo il crollo del ponte Morandi di Genova. Lo apprende l'Adnkronos, che ha potuto in esclusiva visionare le 62 pagine di relazione. L'idea di Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e gli uomini del M5S al governo fermamente favorevoli allo REVOCA delle concessioni, è quella di richiedere all'azienda subentrante, ovvero quella che eventualmente sostituirà Aspi, di saldare il dovuto. Annullando così eventuali esborsi per le casse dello Stato.

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