Economia

Banca Intesa, rumors: la Compagnia vuole Gros Pietro per il dopo-Bazoli

Pare che Fabrizio Saccomanni, direttore generale onorario di BankItalia, debba aspettare il prossimo turno per andare a ricoprire, dopo l'esperienza al Tesoro con il governo Letta durata soltanto 10 mesi, un altro incarico di peso. Secondo i rumors dell'ultima ora, infatti, nel complesso gioco delle preferenze degli stakeholders di Banca Intesa, sembra infatti che l'ago della bilancia degli interessi per il nuovo presidente della banca nel suo ritorno all'era della governance monistica stia pendendo verso l'attuale presidente del consiglio di gestione Gian Maria Gros Pietro.

Il professore torinese, ex Autostrade, avrebbe la meglio su un altro piemontese: il concittadino Domenico Siniscalco, ex ministro del Tesoro in due governi Berlusconi ed ex numero uno di Assogestioni, il cui nome già in passato era già stato fatto per il ruolo della presidenza del Cdg di Intesa. Nomina poi sfumata per la mancata convergenza fra le fondazioni azioniste.

Si attende a giorni l’approvazione da parte di Bce e Bankitalia del nuovo statuto della prima banca italiana che, dopo l'esperienza duale (consiglio di gestione e consiglio di sorveglianza) introduce il cosiddetto sistema monistico, cioè con un solo consiglio di amministrazione. Con questo passaggio si chiude la procedura di approvazione tecnica del documento e si può quindi convocare l’assemblea che voterà l’adozione del nuovo Statuto, prevista per il 26 febbraio a Torino, nuove regole che entreranno in vigore il 27 aprile prossimo quando sarà nominato il consiglio di amministrazione.

Se è scontanta la riconferma di Carlo Messina e l’affidamento della presidenza emerita (un'innovazione nel panorama italiano della governance) a Giovanni Bazoli, che lascierà ufficialmente dunque la presidenza effettiva del gruppo, i giochi sono ancora aperti invece per la casella lasciata libera dall'ottantenne banchiere bresciano. Chi la spunterà fra Gros Pietro, Saccomanni e Siniscalco? Pare che le preferenze della Compagnia San Paolo, dove pure il presidente Luca Renmert è in scadenza, ricadano su Gros Pietro, contro cui poco potrebbero le altre buone entrature torinesi e il curriculum di Siniscalco e il favore di Bazoli e di Mario Draghi (Bce) per Saccomanni.