Economia
Banca Profilo fa sorridere Arpe, Borsa, effetto Pir sulle Small Cap
Da fine novembre l’istituto controllato dal fondo Sator sta volando in borsa. I trader parlano di “effetto Pir”, ma potrebbe anche esserci qualche mano forte
Dire che sia stata una settimana da incorniciare per Banca Profilo è un eufemismo: il titolo, che alla chiusura di giovedì segnava già un incremento del 26,5% su base settimanale, è finito oggi sospeso al rialzo dopo aver toccato un picco di 24 centesimi per azione, pari ad un incremento del 12% rispetto alla chiusura di ieri, con volumi di scambio elevati e pari a quasi 13 milioni di pezzi, contro una media negli ultimi tre mesi di 1,1 milioni di azioni scambiate giornalmente.
Dal 27 novembre scorso, quando il titolo valeva 17 centesimi il rialzo è superiore al 41%. Un movimento improvviso, dopo che negli scorsi 12 mesi il titolo di Banca Profilo si era mantenuto tra un minimo di 14,5 centesimi (il 13 giugno) e un massimo di 17,4 centesimi (l’8 novembre), che non potrà che far piacere a Matteo Arpe, col fondo Sator socio di controllo con poco più del 53,5% del capitale sociale.
Un piacere probabilmente che vale doppio, visto che Arpe meno di un mese fa ha dovuto incassare una nuova sconfitta nella telenovela di ePrice, la cui assemblea ha respinto il 13 novembre scorso la proposta di Arepo BZ Sarl, veicolo di Sator che possiede il 20,85% del marketplace di e-commerce ed elettrodomestici, di varare una responsabilità nei confronti di Paolo Ainio, presidente e amministratore delegato di ePrice nonché socio di riferimento col 21,82% (assieme a Pietro Boroli, socio al 5,24% circa).
Lo stop all’azione proposta da Arpe giunge dopo che la scorsa primavera Arpe aveva già chiesto, senza successo, discontinuità nel management in sede di rinnovo del Cda e quindi la sostituzione dello stesso Ainio. A completare il quadro, il titolo ePrice in borsa non ha certo brillato in questi mesi continuando a perdere terreno (-66,6% nell’ultimo anno, -7,65% negli ultimi tre mesi, -3% circa in quest’ultima settimana).
Tutt’altra musica come detto per Banca Profilo, che negli ultimi tre mesi segnava a ieri sera un rialzo del 29,5% grazie all’accelerazione di queste ultime sedute, con una capitalizzazione risalita vicino ai 150 milioni di euro. L’istituto guidato da Fabio Candeli giusto un mese fa aveva comunicato i risultati dei primi nove mesi chiusi con un utile netto in crescita a 6,1 milioni (contro i 4,6 milioni dell’analogo periodo del 2018) a fronte di ricavi saliti a 49,7 milioni (43,4 nei primi 9 mesi dello scorso anno).
Risultati positivi che però non avevano portato a particolari reazioni del titolo sino a fine novembre, quando volumi e prezzi hanno iniziato a decollare. Visto che l’istituto non è contendibile, può darsi che ad aver attirato qualche investitore istituzionale sia stato il progetto di club deal per le farmacie, Neo Apotek, di cui lo stesso Candeli ha parlato in un’intervista il 18 novembre scorso. L’obiettivo è creare un “hub della salute a 360 gradi” rilevando fino a una cinquantina di farmacie prevalentamente nel Nord Italia.
Ma visto che si parla di un investimento di massimi 30 milioni di euro da raccogliere in un paio di round, sembra difficile che questo possa aver incuriosito così tanto i grandi gestori da farli lanciare in una campagna acquisti selvaggia di titoli Banca Profilo. Più probabile che a incendiare la miccia sia stato un emendamento alla legge finanziaria proposto dal vicepresidente della Commissione Finanze della Camera, il forzista Sestino Giacomoni.
L’emendamento punta infatti a ridare slancio ai Piani individuali di risparmio (Pir) e ai relativi fondi “compliant”, prevedendo che fondi pensione e casse di previdenza possano investire in più di un Pir fino al 10% del patrimonio e che un 5% del 30% che i fondi “compliant” debbono destinare a investimenti in economia reale venga indirizzata in azioni non inserite negli indici Ftse Mib e Ftse Mid Cap, esattamente come Banca Profilo. Al momento Consob non ha segnalato alcuna variazione di partecipazioni rilevanti riguardante l’istituto ma questo significa solo che nessun altro azionista oltre Arpe ha superato il 5% (prima soglia rilevante nel caso di Pmi, altrimenti si deve inviare una segnalazione già dopo il primo 3%).
Visto che il capitale di Banca Profilo è costituito da circa 679 milioni di azioni, anche volumi eccezionali come quelli odierni rappresentano meno del 2% del capitale (mentre i volumi medi equivalgono a circa lo 0,16%). Da quando il rally è partito a ieri sera erano tuttavia passati di mano circa 55-56 milioni di azioni Banca Profilo in tutto, ossia attorno all’8%: se oltre a qualche fondo c’è una mano forte che sta rastrellando il titolo magari in vista di qualche partnership come sembrava poter essere sviluppata con Nextam Partners (poi rilevata da Banca Generali), non dovrebbe comunque tardare ad apparire.