Economia
Bce taglia i tassi di interesse di 25 punti, il rebus del mutuo variabile e fisso: chi ci guadagna
Bond, azioni e investimenti: ecco che cosa succede

Christine Lagarde

Christine Lagarde

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Bce taglia i tassi di 25 punti, cosa cambia per i mutui e gli investimenti
La Bce taglia i tassi di 25 punti base per la sesta volta da giugno scorso e porta il tasso sui depositi, quello di riferimento, da 2,75% a 2,50%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali cala da 2,90% a 2,65%, quello sui prestiti marginali da 3,15% a 2,90%. "L'economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita": allo 0,9% per il 2025 (era 1,1% nelle previsioni di dicembre scorso), all'1,2% per il 2026 (dall'1,4%) e all'1,3% per il 2027. Lo scrive la Bce nel comunicato al termine del consiglio direttivo, spiegando che "le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell'elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale".
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Cosa cambia per i mutui: meglio fisso o variabile?
Dati alla mano, l’Euribor a tre mesi dovrebbe arrivare a 2,16% a giugno per poi scendere al di sotto del 2% entro la fine dell’anno: se queste previsioni fossero corrette, la rata del mutuo standard preso in esame arriverebbe, entro dicembre 2025, a 611 euro, con un risparmio di circa 40 euro rispetto ad oggi, per poi fermarsi. Per chi è oggi alle prese con la sottoscrizione del mutuo è meglio il fisso o il variabile? Sul fronte dei fissi, l’inizio dell’anno è stato caratterizzato da un aumento dell’Irs, l’indice di riferimento per questo tipo di offerta, che sta risentendo dell’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato europei, sulla scia di quelli americani. La buona notizia, però, è che l’aumento dell’Irs si è trasmesso solo parzialmente sui tassi proposti alla clientela perché molti istituti di credito hanno deciso di assorbire parte di questi rincari riducendo gli spread applicati ai mutui fissi e mantenendo così l’offerta su livelli competitivi.
Le surroghe
Da quando la Banca Centrale Europea ha avviato l’allentamento monetario, le surroghe dei mutui sono in continua crescita. Secondo l’Osservatorio di MutuiOnline.it, tra gennaio e febbraio le operazioni di rottamazione dei vecchi contratti e sostituzione con nuovi finanziamenti hanno rappresentato il 37,8% delle richieste totali, rispetto al 34,1% registrato nel primo trimestre del 2024. La surroga risulta vantaggiosa soprattutto per coloro che hanno sottoscritto un mutuo tra la fine del 2021 e la metà del 2023, quando i tassi di interesse erano elevati e il piano di rimborso si trovava nelle fasi iniziali. La maggior parte dei mutui in Italia segue il piano di ammortamento alla francese, il che implica che, su una rata mensile di 100 euro, circa 60 euro siano destinati al pagamento degli interessi (una cifra che può variare sensibilmente) e 40 euro alla quota capitale. Con il passare del tempo, queste due voci si equilibrano, e la quota capitale diventa sempre più dominante. Pertanto, è soprattutto nei primi anni di rimborso che si pagano gli interessi, e in questo periodo la surroga può comportare significativi risparmi.
Che cosa cambia per gli investimenti
Il taglio dei tassi consente a Stati e imprese di ottenere finanziamenti a condizioni più favorevoli rispetto al passato. Questo allentamento monetario porta a una diminuzione dei rendimenti delle nuove emissioni obbligazionarie, facendo così aumentare il prezzo dei bond già presenti sul mercato. Contemporaneamente, i rendimenti dei conti deposito tendono a scendere. Per quanto riguarda il mercato azionario, un abbassamento dei tassi di interesse favorisce la profittabilità delle imprese. I principali beneficiari di questa situazione saranno le aziende più indebitate, come quelle del settore tecnologico e delle utility.