Economia
Bce, falchi in pressing su Draghi. Qe a 30 miliardi dal 2018. Stop a settembre
Rumors
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Dettagli del tapering ad ottobre. Si parte da gennaio, ma l'uscita dal quantitative easing da parte della Bce sarà molto graduale. Questo è quello che si attende il mercato dalla prossima riunione del Consiglio direttivo dell'Eurotower, meeting in programma il 25 e il 26 ottobre. Non è quello che però, stando agli ultimi rumors, bolle in pentola a Francoforte. Infatti, stando a quanto trapela dalla città tedesca, il pressing dei falchi all'interno della banca centrale presieduta da Mario Draghi potrebbe spingere l'istituto a calcare la mano sulla riduzione del ritmo di acquisti mensili di titoli.
Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann
Con le aspettative di inflazione, che resta inferiore al target, ma che sono in ripresa, la fronda dei falchi nel direttorio sta cercando di imporre delle limitazioni più forti rispetto alle aspettative sul futuro del Qe, dimezzando da gennaio i 60 miliardi di euro e portando, quindi, gli acquisti a 30 miliardi, per poi farli terminare a settembre. Secondo quanto riferisce Bloomberg, che cita "un banchiere centrale" che ovviamente ha voluto rimanere anonimo, il ritmo attuale rimarrà tale fino alla fine dell'anno e fra dieci giorni Draghi alzerà il velo sulle tempistiche del tapering dopo la discussione in seno al Consiglio.
Il tetto complessivo agli ulteriori acquisti dovrebbe arrivare a 200 miliardi di euro. Il programma a fine 2017 dovrebbe avere così totalizzato 2.280 miliardi e, secondo i falchi della Bce capeggiati dalò tedesco Jens Weidmann, non dovrebbe spingersi oltre i 2.500 miliardi.
La posizione del capo della Bundesbank, che nel 2019 potrebbe succedere a Draghi, è che la politica monetaria dell'Eurotower resterà comunque molto espansiva (tassi d'interesse a zero con una crescita economica che inizia a essere sostenuta) anche dopo la fine del Qe. Quindi, non ci sono margini per proseguire il piano di acquisto di titoli di Stato.