Economia

Bce ricarica il bazooka pandemico a 2.000 mld.Acquisti di titoli fino a giugno

di Andrea Deugeni

A fine ottobre Lagarde aveva fatto sapere che a dicembre la Bce "ricalibrerà i suoi strumenti". Rumors a una settimana dal nuovo Consiglio direttivo

Un bazooka da 2.000 miliardi di dollari e che potrebbe essere esteso fino a giugno del 2020. Quando, cioè, la bufera dell’epidemia covid sull’economia europea inizierà ad essere un ricordo. Al termine dell’ultima riunione del Consiglio direttivo di fine ottobre, Christine Lagarde lo aveva fatto capire in conferenza stampa che il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp) era lo strumento principe con cui la Banca centrale europea avrebbe potuto ricalibrare a dicembre il proprio intervento di politica monetaria per salvaguardare condizioni finanziarie favorevoli nell'Eurozona e sostenere l’attività economica di fronte al deterioramento delle prospettive di crescita.

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Così, a una settimana dall’attesa riunione del Governing council e mentre nelle settimane scorse i mercati hanno anche temuto che il newsflow positivo sui vaccini avrebbe potuto generare un nuovo rimando delle misure dell’Eurotower, iniziano a circolare i rumors su come si muoverà la Lagarde. Secondo quanto ha riferito Market News, la Bce aumenterà le dimensioni del proprio programma emergenziale di acquisto di obbligazioni tramite il Pepp fino a 2.000 miliardi di euro. Un potenziamento di 650 miliardi che supera dunque i 500 ipotizzati dagli analisti finanziari a fine ottobre ma per cui pare che Francoforte non voglia impegnarsi ad utilizzare nella sua totalità.

Lanciato in marzo con una dotazione iniziale di 600 miliardi, le risorse messe in campo dalla Bce per gli acquisti di asset nell’ambito del Quantitative easing pandemico sono state successivamente aumentate di ulteriori 750 miliardi con durata fino a metà 2021.

C’è di più. La seconda novità che potrebbe arrivare dal Consiglio direttivo di giovedì prossimo è che il bazooka Pepp, secondo quanto riportato dalla Reuters, potrebbe essere esteso di altri 12 mesi, facendo terminare a giugno del 2022 gli acquisti di titoli dell’Eurozona. Acquisti che continueranno a mantenere i rendimenti bassissimi sui titoli di Stato di Eurolandia e dei Btp italiani, mentre il rapporto debito/Pil del nostro Paese viaggia ormai intorno al 160%. Con buona pace dello spread Btp-Bund che alcune banche internazionali prevedono arrivare a quota 100 nel 2021, allontando gli spettri del 2011 sulla sostenibilità del debito tricolore. 

@andreadeugeni