Economia
Belloni lascia i vertici di Lvmh: ecco chi è la spalla italiana di Arnault
Belloni rimarrà nel gruppo con alcune missioni strategiche accanto ad Arnault e sarà nominato presidente di Lvmh Italia
Chi è Toni Belloni, il numero due di Arnault e pilastro di LVMH. L'addio alla direzione generale per tornare in Italia come presidente della filiale tricolore
Dopo oltre vent'anni al fianco del patron di LVMH, Antonio Belloni, noto a tutti come 'Toni' lascia la poltrona di Direttore Generale e Presidente del Comitato Esecutivo ed esce dal CdA dell'azienda. "Un partner essenziale" lo definisce lo stesso Arnault, tanto importante che non mollerà completamente la presa sull'azienda, ma si metterà al timone di LVMH Italia nelle vesti di presidente.
L'uscita di Belloni dal cda non segna la fine ma piuttosto una nuova fase della sua leadership, continuando a mantenere diverse responsabilità all’interno del gruppo. "Ispiratore, sempre curioso, e di una lealtà senza pari", ne tesse le lodi il magnate francese, "Toni è stato un artefice fondamentale del successo di Lvmh". Ora Belloni passa il testimone delle funzioni operative a Stéphane Bianchi, da cinque anni all’interno della Divisione Orologi & Gioielli. Per il ruolo in cda sarà invece proposta Wei Sun Christianson, avvocata al foro di New York.
Belloni siede da anni in una posizione di rilievo nel colosso del lusso francese. Un trono che è solo un passo dietro a quello di Bernard Arnault, il magnate transalpino terzo a Bezos e Musk. Chi lo conosce lo dipinge come estremamente riservato, ma nel mondo in cui opera da anni, la sua discrezione è sinonimo di potere. Sangue italiano, originario di Gallarate, Belloni è un lombardo radicato in Francia, ma con un forte legame con le sue radici milanesì.
Nella sua carriera passata Belloni ha sempre rivestito ruoli di notevole importanza, è stato presidente di Mot Hennessy Distribution Rus LLC, presidente e amministratore delegato di Parfums Luxe International e presidente di Procter & Gamble Europe SA. Il salto di qualità di Toni avviene nel 2001, anno in cui Belloni vive l'epoca d'oro delle acquisizioni di LVMH, di cui anche lui è contributo fondamentale. Una scalata realizzata anche in virtù della competenza nel settore di Yves Carcelle, storico direttore del brand Louis Vitton, scomparso nel 2014 e con cui lo stesso Belloni aveva un rapporto di grande stima professionale.
Ma ciò che spinge Belloni ai vertici del consiglio di amministrazione è la sua stretta relazione con Arnault. Oltre a essere il più fidato collaboratore del presidente, Belloni è stato frequentemente incaricato di rappresentare il gruppo in incontri cruciali per l'azienda. È proprio a lui che vengono attribuiti i successi nel risanamento e nel rilancio del prestigioso grande magazzino parigino Bon marché, e soprattutto della rinomata catena di profumerie Sephora. Inoltre, spettano ancora a Belloni i meriti per i risultati dei marchi italiani nel portfolio del colosso francese, come Bulgari, Fendi e, più recentemente, Loro Piana.
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Non sorprende, dunque, che nel 2008 Belloni abbia ricevuto l'onorificenza di Chevalier de l'ordre national de la Legion d'honneur, conferitagli dalla presidenza della repubblica francese all'epoca guidata da Nicolas Sarkozy, di cui Arnault è stato testimone di nozze. E non sorprende neanche che, come spiegano fonti vicine all'entourage della famiglia transalpina, che al dirigente varesino sia stato affidato ufficiosamente anche il ruolo di guida professionale per Alexandre Arnault, terzo figlio del magnate. Tuttavia Alexandre, ufficialmente co-CEO di Rimowa, la controllata tedesca di LVMH operante nel settore della valigeria, sta ancora cercando il suo vero ruolo all'interno del gruppo il suo cosiddetto "posto al sole".
Insomma, Belloni rimane una figura insostituibile per LVMH e per Arnault. Grazie alla sua leadership incisiva, l'influenza e il gusto italiani si sono radicati profondamente nel marchio LVMH, rendendolo un elemento imprescindibile della sua identità.