Economia
Mfe lancia un'Opa sulla tedesca ProSieben: i numeri dell'offerta e le mire espansionistiche di Pier Silvio Berlusconi
Ecco che cosa c'è dietro l'annuncio dell'offerta pubblica di acquisto sulla tv tedesca Prosieben di cui l'ex Mediaset deteneva già circa il 30%

Pier Silvio Berlusconi
Mfe l'ancia un'Opa su Prosieben: la mossa per competere con i giganti digitali. L'analisi
"Serve un cambio di passo". Lo spiega in un comunicato Pier Silvio Berlusconi, ad di Mfe dopo l'annuncio dell'offerta pubblica di acquisto sulla tv tedesca Prosieben di cui l'ex Mediaset deteneva già circa il 30%. Una decisione coraggiosa per aumentare le entrate pubblicitarie depauperate a causa del drenaggio effettuato dai cosidetti Ott (da Google a NetfliX) e chissà se papà Silvio lo avrebbe fatto. Il non più giovanissimo Pier Silvio, 55 anni, comunque lo ha fatto anche se al momento eventuali integrazioni tra Mfe e Prosieben saranno valutate in futuro secondo il risultato dell'Opa. "Riteniamo che ProSieben- ha detto Pier Silvio Berlusconi- abbia bisogno di un azionista solido che possa mettere a disposizione competenze e esperienza nel settore. Per decenni molte grandi aziende italiane sono state conquistate da multinazionali straniere.
Quello di Mfe è uno dei pochi casi in cui è un'azienda italiana a investire con coraggio all’estero, oltretutto in un mercato rilevante come quello tedesco. Una sfida ancor più complessa perché in un settore iper-competitivo come quello dei Media. Da anni molti danno la televisione commerciale per superata, a causa della frammentazione del pubblico, della crescita del digitale e della sempre maggiore presenza dei giganti del Web. Mfe è uno dei pochi broadcaster in Europa che ha realmente creato valore. Abbiamo seguito una strategia definita e concreta: concentrarci sul core business, ovvero la vendita pubblicitaria attraverso un prodotto televisivo vendibile su tutte le piattaforme dalla tv digitale al web. L’obiettivo è creare un gruppo paneuropeo cross-mediale e cross- nazionale che si ponga naturalmente come alternativa ai colossi digitali riuscendo nell’ambizioso traguardo di poter competere e di poter crescere".
Quanto all'operazione, il documento di offerta sarà sottoposto alla Bafin, la Consob tedesca, l'offerta è in cash e azioni Mfe. Circa il 78% del corrispettivo è previsto sia pagato in denaro mentre il restante circa 22% è previsto sia corrisposto in natura, in azioni Mfe “A” di nuova emissione. La società italiana ha anche concluso un accordo vincolante con un attuale azionista di ProSieben secondo il quale lo stesso azionista si è impegnato ad aderire irrevocabilmente all’offerta per una parte delle azioni di ProSieben attualmente detenute. Tale accordo garantisce che Mfe deterrà in ogni caso più del 30% del capitale sociale di Prosieben all’esito dell’offerta. Al momento non sarebbe comunque previsto nessun impatto sulla governance per quanto riguarda la prossima assemblea di Prosieben prevista il 28 maggio.
Il prezzo a cui potrebbe essere lanciata l'offerta sarà stabilito dalla Bafin guardando alla media ponderata degli ultimi tre mesi e dovrebbe essere intorno a 5,7 euro ad azione. Una cifra ritenuta già equa da Goldman Sachs che ha aggiornato in sell il rating del gruppo tedesco con target price a 5,9 euro. L'offerta comunque è al ribasso dato che il prezzo delle azioni Prosieben in Borsa sono intorno ai 6,5 euro con una capitalizzazione di 1,5 miliardi. Ciò significa che, una volta scaduta l'offerta, Mfe avrà le mani libere per acquistare ulteriori azioni sul mercato come e quando vorrà, senza dover ripetere un'offerta formale a tutti gli investitori.
"La raccolta di quote e la successiva offerta sono passi essenziali per sostenere ProSieben con un approccio costruttivo e per creare valore per tutti gli azionisti, prima che sia troppo tardi", ha spiegato l'ad Berlusconi. ProSieben infatti, che opera anche in Austria e Svizzera, continua a resistere alle richieste di Mfe di aderire al suo progetto paneuropeo, per restare indipendente. Da sottolineare che da quando Mfe ha investito nella società nel 2019, le azioni dell'emittente bavarese hanno perso quasi il 50% del loro valore.