Economia

Bilancio integrato: l’impegno di Fideuram per una finanza responsabile

Finanza sostenibile: al convegno inaugurale della Fondazione O.I.B.R. le tendenze in materia di investimenti ESG e i vantaggi del bilancio integrato

Gli impatti della sostenibilità sulla corporate governance al convegno inaugurale della Fondazione O.I.B.R. presso l’Università Cattolica. Fra i protagonisti Fideuram, che da anni pubblica l’Annual Report Integrato. Affaritaliani ha sondato i vantaggi della Dichiarazione Non Finanziaria con Paolo Bacciga, Responsabile CSR Fideuram e Vicepresidente della Fondazione O.I.B.R.

Solo qualche decina di anni fa non sentivamo il problema dello smaltimento dei rifiuti né si parlava di economia circolare. I giovani sono invece molto attenti a questi fenomeni. Adottare logiche di investimento ESG significa, per le aziende, non solo puntare a obiettivi di rendimento, ma anche anteporre convinzioni morali e valori a un sistema che potrebbe essere superato dal modello di sviluppo sostenibile. Queste le considerazioni che sono emerse nel corso del convegno inaugurale della Fondazione “Organismo Italiano di Business Reporting – Sustainability, Non-Financial e Integrated Reporting” (O.I.B.R.), dal titolo “Creazione di valore e sostenibilità: verso nuovi modelli di reporting e governance”, che si è tenuto oggi a Milano. 

La Fondazione O.I.B.R., nata a giugno per l’aggregazione di una trentina di stakeholder italiani di diversa natura ed estrazione (grandi imprese, PMI, università, associazioni professionali e di categoria, entità non-profit), si appresta ora a incidere sulle tematiche legate al reporting integrato. Se la sostenibilità è certamente un leitmotiv dell’odierno dibattito internazionale e italiano, un’attenzione forse minore è stata data alla questione di come coniugare questo imperativo sociale e ambientale con la necessità sia di creare valore da parte delle imprese e delle organizzazioni, sia di adeguare l’informativa a obiettivi diversi e più ampi rispetto al tradizionale bilancio economico-finanziario.

Il legislatore ha risposto a queste necessità emanando il D. Lgs. n. 254/2016 che ha obbligato gli enti di interesse pubblico (società quotate, banche e assicurazioni), con un numero di dipendenti superiore a 500 unità e con determinati parametri economico-patrimoniali, a redigere la Dichiarazione Non-Finanziaria che in buona sostanza corrisponde al Report di Sostenibilità o al Report Integrato. Questo nuovo scenario produce effetti e conseguenze profonde su vari aspetti della vita delle imprese: sul profilo di rischio e quindi sul valore stesso delle imprese, sulle procedure di governance e sulle competenze dei membri del Board; sulla contabilità interna; sulla direzione amministrativa e finanziaria.

Finanza responsabile: a che punto siamo?

L’ammontare globale del patrimonio gestito in fondi ESG ha ormai superato i 30 mila miliardi di dollari, (erano circa 23 mila miliardi a fine 2016). Una crescita rapida e che vede coinvolto anche il nostro Paese: negli ultimi 10 anni c’è stato un incremento significativo di fondi e comparti che rispondono a criteri di sostenibilità. Il risparmiatore si trova di fronte a una vasta scelta di classi, di aree geografiche, di specifiche tematiche di investimento e di gestori. La finanza responsabile si espande velocemente e non è solo una moda. Occorre pertanto saper distinguere e riconoscere in modo serio ed etico quali sono le aziende sostenibili sulle quali investire e far confluire i risparmi.

In un articolo a cura di Paolo Bacciga, Dirigente Preposto e Responsabile CSR di Fideuram nonché Vicepresidente della Fondazione O.I.B.R., uscito sull’ultimo numero di Annual Report Times si legge: “A fine 2018 in Italia si contavano circa 300 fondi SRI con almeno 1 dei fattori ESG, per un totale di quasi 1.000 classi (prodotti) emessi da 80 case con un patrimonio complessivo di 65 miliardi. I comparti azionari erano circa 400, mentre quelli bilanciati e flessibili erano circa 200, gli obbligazionari erano circa 250 e quelli tematici circa 150. A livello geografico si investe per circa il 50% in titoli globali, per il 30% in Europa, per il 10% in mercati emergenti e per il rimanente 10% in USA, Asia, Giappone e Cina. Una forte attenzione sta crescendo intorno ai fondi Green Bond, cioè i fondi che investono in obbligazioni emesse da società che finanziano progetti con impatto ambientale positivo e per i fondi tematici che investono nell’ambiente (41%), nell’acqua (14%), nella catena del valore alimentare (12%), nelle materie prime (10%) e nell’energia (10%)”.

Dagli investimenti ESG ai Report Integrati: misurare le performance aziendali su criteri sostenibili

Nonostante il mondo stia cambiando, molti faticano ancora a comprendere i reali vantaggi degli investimenti sostenibili. “Non si parla quasi mai di obiettivi ESG e di creazione di valore nel territorio dove l’azienda nasce, cresce e vive”, scrive Bacciga. “I modelli circolari basati sul riciclo dei rifiuti, dei beni e delle energie rinnovabili crescono lentamente perché bloccati dagli interessi di un’economia fondata su un modello di esistenza superato. Gli investimenti che incorporano i fattori ambientali, sociali e di buon governo dell’impresa crescono anch’essi, ma sono frenati dal rendimento di breve termine”. “In tale contesto”, ha dichiarato Bacciga nel corso del convegno, “l’investimento responsabile può avere una triplice valenza: permette di gestire meglio il rischio, di rispondere alle aspettative di risparmiatori, fondi pensione e comunità locali e di aderire a un quadro normativo che garantirà una crescente trasparenza. La governance delle aziende sarà quindi la chiave per giudicare la loro sostenibilità e gli Annual Report Integrati saranno, sempre di più, il punto centrale di osservazione delle aziende”. “Gli analisti finanziari, le società di rating, i gestori e anche i consulenti finanziari dovranno utilizzare questi strumenti per confrontare le informazioni fornite dagli stakeholder in modo chiaro, trasparente e completo. Le metriche di performance delle aziende sostenibili cambieranno e gli Annual Report Integrati saranno gli unici strumenti che forniranno sia i KPI quantitativi sia quelli qualitativi e che permetteranno di distinguere le aziende che sono pro-attive da quelle che sono re-attive al cambiamento in atto”. “Diventa dunque urgente e importante sviluppare questa nuova filosofia basata sulla generazione di valore per tutti che premierà le aziende responsabili in grado di rendicontare questi risultati nei bilanci. L’OIBR nasce proprio per diffondere standard e buone pratiche di reporting”, ha concluso Bacciga.

Il bilancio integrato di Fideuram: un documento strategico per private banker e investitori

“Da sei anni Fideuram pubblica l’Annual Report Integrato”, ha raccontato Bacciga ai microfoni di Affaritaliani.it. “Siamo stati tra i primi a voler intraprendere questo percorso di innovazione e di cambiamento culturale trasformando il bilancio tradizionale, destinato agli addetti ai lavori, in uno strumento di comunicazione a tutto tondo. In un unico documento siamo riusciti a coniugare la mole di informazioni finanziarie obbligatorie con le informazioni sociali, ambientali e di governance”.

L’Annual Report Integrato di Fideuram – insignita lo scorso novembre del Premio Speciale per la categoria “Imprese Non Quotate”, nel corso della 54° edizione degli Oscar di Bilancio – è una fotografia aggiornata della nostra identità aziendale, degli obiettivi che ci poniamo e dei risultati che abbiamo raggiunto. Un documento strategico per i nostri private banker e per gli investitori che, grazie ad esso, possono distinguere i punti di forza di Fideuram e comunicarli ai promotori finanziari e ai clienti importanti. Avendo la responsabilità di gestire 230 miliardi di risparmio dobbiamo assicurare ai clienti che siamo un’azienda sana e ispirata a principi di sostenibilità”.