Economia

Birkenstock, è giusto copiare gli iconici sandali: l’azienda tedesca perde il ricorso contro le imitazioni

Il design dei sandali risponde a necessità tecniche e funzionali, non a un intento artistico

Birkenstock: la battaglia legale sui sandali iconici si infrange in tribunale

La Corte federale di giustizia tedesca ha bocciato il tentativo di Birkenstock di proteggere i suoi celebri sandali con il diritto d’autore. La sentenza stabilisce che i modelli "Madrid", "Arizona", "Boston" e "Giza" non sono "opere d’arte applicata", ma semplici calzature, e dunque possono essere liberamente imitati dai concorrenti. Un colpo duro per il marchio tedesco, che aveva avviato una causa contro tre aziende rivali accusate di plagio.

Birkenstock, controllata dalla società di investimento L Catterton dal 2021, puntava a estendere la protezione oltre i 25 anni previsti dal diritto del design. Il diritto d’autore, infatti, garantisce una tutela fino a 70 anni dopo la morte dell’autore. Ma i giudici sono stati chiari: il design dei sandali risponde a necessità tecniche e funzionali, non a un intento artistico. E quando prevale la funzionalità, la protezione legale viene meno.

Il tribunale regionale superiore di Colonia aveva già respinto la richiesta dell’azienda, e la Corte federale ha confermato il verdetto. Per la legge, il comfort e l’ergonomia che caratterizzano i Birkenstock non bastano a trasformarli in un’opera d’arte. L’avvocato dell’azienda, Konstantin Wegner, ha definito il design dei sandali "iconico" e annunciato ulteriori azioni legali per proteggere il brand.

Se nei tribunali Birkenstock perde terreno, in Borsa continua a correre. L’azienda, quotata a Wall Street dall’autunno del 2023, ha chiuso il quarto trimestre del 2024 con un fatturato di 361,7 milioni di euro, superando le previsioni. Per il 2025, punta a una crescita tra il 15% e il 17%, con un margine operativo compreso tra il 30,8% e il 31,3%.

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