Economia
Blocco licenziamenti, sindacati divisi. Il Csx è stanco: "Chiedono la luna"
Blocco dei licenziamenti, 50 sfumature di sindacato e di partiti: Cgil, Cisl e Uil poco compatte, FI decisa, Salvini morbido, centrosx e M5S in contrasto
Dunque, c’è la massima disponibilità ad andare oltre la soluzione finora individuata e “il Pd ha presentato alla Camera alcune proposte per rendere maggiormente graduale il superamento del blocco dei licenziamenti, per tutelare meglio chi lavora nelle aziende più in difficoltà. Le mettiamo a disposizione del confronto parlamentare – aggiunge Misiani – un accordo politico tra le forze di maggioranza è indispensabile per procedere, ci auguriamo che prevalgano buon senso e pragmatismo”.
Il M5S, dal canto suo, ha sempre avuto una doppia natura “lib-lab” di fronte alle questioni del lavoro. Da una parte un’anima più sensibile alle esigenze delle imprese, soprattutto le medie e piccole. Dall’altra un approccio più vicino per tradizione ai lavoratori. Un deputato pentastellato che chiede l’anonimato spiega ad Affaritaliani.it: “I sindacati vogliono la luna, ma questa lotta va contro gli interessi degli stessi lavoratori. Non possiamo ingessare fino a ottobre un settore come l’edilizia, che anche grazie alle nostre misure sta ripartendo, o alcuni rami della manifattura che hanno ripreso a correre”.
La senatrice M5S Nunzia Catalfo, ex ministro del Lavoro, considerata invece da sempre sensibile alle istanze delle sigle sindacali, riflette: “Non serve la contrapposizione tra imprese e dipendenti, bisogna trovare la strada migliore per salvare le aziende e contemporaneamente salvaguardare i livelli occupazionali. Io con le parti sociali ci facevo le nottate prima di arrivare a intese, protocolli o norme”. Dunque la mobilitazione è giusta? “I sindacati portano avanti loro istanze – osserva Catalfo – Penso non si dovrebbe arrivare allo sciopero, tuttavia capisco i loro timori. Certo, sarebbe stato a mio avviso più corretto trovare prima una mediazione”. Eppure quella di Draghi, contenuta nel Dl Sostegni-bis (imprese delle costruzioni e dell’industria libere di licenziare dal primo luglio, a meno che non facciano ricorso alla Cigo o Cigs gratuita fino a fine anno), in teoria sarebbe già una mediazione dopo la bufera causata dalla prima versione della norma Orlando. “Sì, ma si vede che non è stata sufficiente o comunque non ha accontentato tutti”, rileva la senatrice Cinquestelle.
Sul merito del provvedimento, la madrina del Reddito di cittadinanza dà lo stop a tutti coloro che hanno parlato di selettività, Pd compreso: “Ora non si può fare, non funziona. Vanno considerate le filiere integrate. Stiamo riaprendo, ma siamo ancora in una fase mista, di ripresa a macchia di leopardo. Eventualmente, meglio in un prossimo futuro, utilizzando il criterio del calo del fatturato. Intanto, bisogna ancora dare Cassa Covid: magari ragioniamo sulla scadenza di settembre. L’importante è uscirne gradualmente e scaglionando – conclude Catalfo – in modo da controllare quello che accade nei vari e settori e poter aggiustare il tiro”.