Economia
Bolloré, la nuova vita del magnate: dalla finanza a uomo anti-Macron
Il numero uno del colosso pubblicitario francese Havas e leader di Vivendi è sempre più vicino alla destra. E l'Eliseo "trema" in vista del voto 2022
Era il 1981 quando Vincent Bolloré resuscitò l’impresa dei Bolloré a Ergué- Gabéric, in terra bretone, allora sull’orlo della bancarotta: fabbricava cartine per le sigarette e lui la riconvertì nelle pellicole di plastica, racconta La Stampa. Da quella base ha poi creato il suo personale impero: dalla logistica alle concessioni petrolifere e ferroviarie fino ai media, dopo aver preso il controllo di Vivendi nel 2015.
Con il tempo, persino il suo cognome divenne un neologismo. "Bollorizzare una società”, ovvero conquistare un’azienda a partire da un’insospettabile minoranza, per poi fare tabula rasa: tagliare i vertici e mettere gli uomini fidati nei posti giusti, è oggi un'espressione comune in territorio comune. Una mossa che l'imprenditore francese ha più volte utilizzato: Vivendi, Telecom Italia mediante Viventi, Mediaset e il gruppo Arnaud Legardère.
Ora, in vista delle presidenziali del 2022 e del potere imprenditoriale inarrestabile del magnate francese, il presidente Emmanuel Macron sembra aver paura del re dei media (e non solo). Da sempre dentro la destra cattolica e conservatrice, ora sempre più tradizionalista ed estrema, i timori ruotano attorno al suo "impero": salotti televisivi controllati da Vivendi, CNnews, Fox News alla francese. Che cosa abbia in mente il magnate dei media Bolloré ancora non è chiaro: sul tavolo però, in vista del 2022, spuntano voci di sostegno verso nuovi candidati sovranisti o al nascente Xavier Bertrand, espressione della destra sociale.