Economia

Bonus mobilità e soldi finiti. Ecco cosa fare se non sei riuscito a prenderlo

Il click day pensato per il Bonus mobilità è stato un totale fallimento: sito in tilt e soldi finiti. Restano 2 opzioni: conservare la fattura o fare ricorso.

Bonus mobilità: il fallimento del click day 

Il click day per il Bonus mobilità  è stato un fallimento annunciato. Il sito è andato in tilt, molti sono rimasti lunghe ore "in coda" sulla pagina web, non ricevendo alcuna risposta. E in più i soldi sono terminati. Ma il ministro Costa ha assicurato che ci sarà un rifinanziamento del bonus mobilità in tempi brevi: "A tutti dico: collegatevi con calma, anche i prossimi giorni. Abbiamo risorse a sufficienza per tutti. Non serve fare corse: appostiamo anche ulteriori risorse". 

Bonus mobilità: cosa fare se non se riuscito a prenderlo 

In attesa che il bonus possa essere rifinanziato e richiesto ci sono due possibilità da tenere in considerazione: conservare la ricevuta e fare ricorso alle Poste.  

Conservare la ricevuta potrebbe essere ora un atto fondamentale, poichè stando agli annunci, ci sarà nei prossimi giorni un nuovo click day, in cui si potrà richiedere nuovamente il bonus mobilità. Il messaggio che appare ad oggi in schermata comunica che: "La dotazione di risorse del Programma sperimentale buono mobilità per l’anno 2020, pari a euro 215 milioni di euro, somma sino alla cui concorrenza la Legge riconosce il diritto al beneficio, è terminata nell’erogazione dei rimborsi e nella prenotazione dei buoni. Il Ministero dell’Ambiente considera strategiche le politiche di incentivo alla mobilità sostenibile ed in particolare alla mobilità dolce che consente di soddisfare le esigenze di mobilità in ambito urbano con minimi o nulli impatti ambientali. Per tali motivi il Ministero dell’Ambiente è impegnato nel reperire ulteriori risorse da appostare per l’annualità 2020 del Programma sperimentale buono mobilità. Pertanto, quanti abbiano effettuato acquisti di beni e servizi incentivati dal Programma tra il 4 maggio 2020 e il 2 novembre 2020 e non abbiano ottenuto il rimborso per mancanza di risorse, sono invitati a conservare i relativi documenti contabili." 

Oppure si può optare per il ricorso contro le Poste. Molti utenti che avevano lo Spid di Poste hanno avuto grandi difficoltà a richiedere il bonus. Dopo attese interminabili infatti, il sistema non permetteva loro di portare a termine la procedura. Diversa invece la situazione degli utenti che avevano un’identità digitale con altri provider, che sono invece riusciti a ottenere il bonus. A questo punto, gli utenti con Spid di PosteID possono presentare ricorso, come ha precisato l’Aduc, chiedendo il risarcimento del danno se non riusciranno ad ottenere il buono o il rimborso.

Prima di tutto occorre inviare a Poste Italiane una messa in mora per raccomandata a/r o PEC. Poste avrà 30 giorni di tempo per rispondere. Se non lo farà, si potrà adire il Giudice di pace della propria città, anche senza avvocato, per ottenere il risarcimento del danno pari al rimborso o buono perduto. Come spiega Aduc: “E’ possibile agire in giudizio presso il giudice di pace competente per il luogo di residenza del consumatore. Si può fare causa anche senza avvocato per importi inferiori a 1.100 euro attraverso una citazione orale (art. 316 del codice di procedura civile): si espongono oralmente i fatti e le proprie richieste, consegnando tutta la documentazione rilevante a dimostrare la propria versione dei fatti al giudice di pace, il quale provvederà a redigere l’atto di citazione”.