Economia

Borsa, 4 miliardi e lo spettro del golden power: così Euronext ha convinto Lse

di Andrea Deugeni

L'esclusiva concessa alla cordata Cdp-Intesa-Euronext da parte della Borsa di Londra nella trattativa per la vendita di Piazza Affari

Lo spettro, come era stato agitato la scorsa settimana dal ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, del golden power per la “tutela degli interessi pubblici sottesi” all’asset strategico Borsa Italiana (contenente il gioiellino Mts che gestisce il trading di titoli del debito pubblico italiano per 2.600 miliardi di euro) in grado di mettere il bastone fra le ruote agli inglesi nel dossier d'oltre Manica Refinitiv e un’offerta cash, ricorrendo anche all’indebitamento che, viene fatto filtrare, era più o meno dello stesso livello di quella messa sul tavolo dagli svizzeri di Six, vicino ai 4 miliardi di euro.

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Sono questi gli elementi che, spiegano fonti finanziarie vicine all’operazione, hanno spinto il board del London Stock Exchage a concedere l’esclusiva alla cordata franco-italiana composta da Euronext-Cdp Equity-Banca Intesa per l’acquisto di Borsa Italiana, asset che il Lse deve cedere per ottenere il disco verde a metà dicembre dell’Antitrust Ue alla fusione da 27 miliardi con Refinitiv.

Refinitiv è la banca dati concorrente a Bloomberg in mano a Blackstone (55%) e a Thomson Reuters (45%), la cui fusione con Lse sulla carta avrebbe creato una sovrapposizione fra Tradeweb, la controllata di Refinitiv che opera nel segmento del debito governativo, e Mts.

Anche se non ha voluto rivelare l'ammontare dell'offerta per la Borsa di Milano, mentre corre voce di un'offerta concorrente più alta degli svizzeri attorno ai 4 miliardi, Il Ceo di Euronext Stephane Boujnah, ha smentito l'ipotesi che la scelta sia stata orientata dalla politica, affermando "penso che l'offerta che presentiamo sia competitiva, anche per il contributo che dà all'Italia" e soprattutto in linea con l'auspicio del ministro Gualtieri che "Borsa Italiana trovi una collocazione strategica all'interno del Mercato Unico e dell’Eurozona”.

Carlo Messina, CEO Intesa Sanpaolo
 

Lse aveva ricevuto in buste chiuse tre offerte non vincolanti: oltre che da Euronext (piattaforma che raggruppa i mercati di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona ed Oslo), avevano manifestato il proprio interesse anche Six e la tedesca Deutsche Boerse, offerte in cui secondo alcuni rumors, fatti però circolare - si dice - dagli stessi svizzeri, la Borsa di Zurigo aveva prevalso, mettendo sul piatto più soldi. 

Oltre a rimuovere il grande ostacolo di un possibile stop Ue al deal che consentirà così finalmente (l'operazione è stata annunciata a febbraio di quest'anno) al Lse di fare il grande ingresso nel profittevole business del futuro (per i listini) del data-market, i britannici anche se con qualche milione in meno porteranno comunque a casa una lauta plusvalenza, visto che nel 2007 per mettere le mani sul listino di Piazza Affari avevano speso 1,6 miliardi di euro.

Euronext
 

Con i britannici non insensibili alla tagliola italiana del golden power, Euronext invece è stato in grado di scommettere sul cavallo vincente nello scegliersi i partner di cordata a cui aprire (con un aumento riservato) il capitale: Intesa-Sanpaolo, il primo gruppo del Paese e banca di sistema che domina il mercato dei finanziamenti alle Pmi e Cdp (attraverso la controllata Cdp Equity), il braccio finanziario del Tesoro che garantisce gli investimenti nazionali, entreranno rispettivamente nel parco soci di Euronext con il 2,2% e l’8%. Ca' de Sass con la stessa quota del campione francese Bnp-Paribas e il gruppo guidato da Fabrizio Palermo con la stessa percentuale della Caisse des Depots et Consignations transalpina (ed Euroclear), governando Euronext a pari merito (Cdp Equity e Intesa Sanpaolo si uniranno ai cinque esistenti che detengono collettivamente il 23,3%).

Riguardo alla governance del nuovo gruppo, la nota dei francesi spiega che Cdp Equity acquisirà "una partecipazione in linea con quelle detenute dai principali azionisti di riferimento di Euronext", e avrebbe un rappresentante nel supervisory board. Un secondo candidato italiano verrebbe proposto come membro indipendente del consiglio di sorveglianza e diventerebbe il presidente della società risultante dall'aggregazione.

Il Ceo italiano di Borsa Italiana entrerebbe nel managing board di Euronext, mentre quello di Mts si unirebbe al consiglio di gestione esteso insieme agli altri leader delle grandi business unit e delle principali funzioni centrali di Euronext, con responsabilità per l'attività di trading sul reddito fisso per l'intero gruppo. La Consob farà parte, insieme agli altri regolatori europei, del College of Regulators con una presidenza a rotazione semestrale. E le attività chiave e le funzioni centrali del nuovo gruppo avranno sede a Milano e Roma.

L'asset tricolore, che raccoglie Piazza Affari, Mts (che verrà messo in comune a tutte le piazze finanziarie federate in Euronext) ed Elite, la società che guida 1.500 pmi non quotate, varrà oltre il 40% dei ricavi complessivi del gruppo dei sei listini europei guidato da Boujnah, contro poco più del 20% nel caso degli svizzeri di Six e attorno al 15% del gruppo di Francoforte. Configurazione che permetterà così agli attori italiani di pesare di più: i vertici di Borsa infatti saranno definiti direttamente da Roma che indicherà anche il presidente di Euronext.

In più, Elite, rampa di lancio per il mondo delle sottocapitalizzate Pmi alla ricerca della crescita dimensionale, verrà posta nel progetto con Euronext al centro di un importante progetto di sviluppo europeo condiviso con le altre borse, fattore che rappresenta anche un'assicurazione dal punto di vista occupazionale. Quanto basta per riuscire a trovare nel governo italiano un importante sponsor nell'eventuale duello tutto comunitario con i tedeschi Deutsche Boerse, che pure si erano detti disposti a cedere la maggioranza delle quote di Mts proprio a Cdp.

@andreadeugeni