Economia
Le Borse Ue chiudono in ribasso: giù il petrolio e le materie prime
I timori di lockdown prolungati in Cina e la stretta monetaria americana annunciata dalla Federal Reserve affossano i listini europei
Le borse europee chiudono in ribasso
Le Borse europee chiudono in ribasso, appesantite dai timori delle restrizioni contro il Covid in Cina, affiancate da Wall Street, che e' in calo a causa dei timori sulle prospettive dell'economia mondiale e della stretta monetaria che attende gli Stati Uniti. Il listino peggiore e' Parigi, che cede il 2,01% a 6.449,38 punti, seguita da Londra che perde l'1,89% a 7.379,60 punti. Francoforte arretra dell'1,59% a 13.917.73 punti. Milano chiude a -1,53% e Madrid a -0,86%.
Il settore che ha registrato maggiori perdite e' stato quello dell'energia e delle materie prime. Alla Borsa di Londra la peggiore e' stata la societa' mineraria Anglo American, in calo del 6,85%, seguita da BP, a -6,18% e da Glencore a -5,64%. La compagnia petrolifera Shell e' scesa del 5,19% e il gruppo aeronautico Rolls-Royce del 5,18%. Bene invece Unilever, che ha guadagnato l'1,85%, HIKMA Pharmaceuticals, che e' aumentato dell'1,34%, e la catena di supermercati Tesco, le cui azioni sono aumentate dell'1,13%.
Sul listino di Parigi le perdite hanno riguardato in particolare il produttore di acciaio Arcelormittal (-8,84%), seguito dai gruppi di lusso Kering (-4,35%), Herme's (-3,91%), LVMH (-3,75%) e il gruppo cosmetico L'Ore'al (-3,14%). In discesa anche la societa' energetica Total (-4,01%), l'assicuratore AXA (-3,21%), la societa' aeronautica Safran (-2,71%) e Socie'te' Ge'ne'rale (-2,41%). Bene invece Danone (1,74%), Bouygues (1,46%), Vinci (1,29%) e Carrefour (0,81%). A Francoforte, Deutsche Bank ha perso il 5,7%, Porsche il 3,9%. La societa' di consegne alimentari Delivery Hero ha ceduto il 4,2%, Puma e' scesa del 4,5% e Adidas del 3,6%. Dall'altro lato, Henkel ha chiuso a +1,7%, RWE a +1,2%. E.on a +1,1%, Siemens Healthineers a +1,3% e Vonovia a +0,7%.
Borsa, Piazza Affari giù: si salvano Leonardo e le utility
Mentre la Francia festeggia il neo eletto presidente Emmanuel Macron, i listini europei fanno i conti con un nuovo picco di casi di Covid-19 in Cina e la stretta monetaria americana, annunciata dalla Federal Reserve, sempre più vicina. Il mercato valuta il rischio di conseguenti choc della domanda di greggio da parte della Cina, primo importatore mondiale, il Wti è sceso sotto i 100 dollari al barile, il Brent è arrivato a perdere il 5%. Inoltre ci sono da tener ben presenti la possibile stretta anticipata dalla Fed sui tassi e la guerra in Ucraina che non va verso una soluzione rapida.
Tutto ciò tiene in scacco le Borse europee: a metà seduta Milano, che era arrivata a perdere anche oltre 2 punti, cede l'1,6% e resta sotto la soglia psicologica dei 24.000 punti. Mentre Francoforte perde l'1,7%, fanno peggio Londra (-2,1%) e Parigi (-2,4%), all'indomani della conferma del presidente uscente Emmanuel Macron, che ha avuto la meglio sulla sfidante Marine Le Pen con il 58,55% dei voti, un consenso comunque in calo rispetto al 66,1% del 2017.
Covid in Cina e stretta monetaria Usa, Wti-brent perdono il 3%
Per quanto riguarda i titoli, a Piazza Affari, in un Ftse Mib quasi totalmente in rosso, si salva Leonardo (+1,19%) e reggono le utility (Enel +0,7%, A2a, Snam e Terna attorno alla parita'), così come Banco Bpm (+0,52%). In generale calo il comparto lusso e auto.
Sul valutario, l'euro scivola sotto gli 1,08 dollari, si attesta ai minimi in due anni sul biglietto verde e passa di mano a 1,0706 (1,0718 in avvio, da 1,0887 venerdì). La moneta unica vale anche 137,568 yen (da 137,286in avvio e 139,61 venerdi'). Infine, il cambio dollaro/yen è a 128,24. Spread in rialzo a 172 punti, dai 170 di venerdi'.
Lockdown in Cina, crollano anche rame e alluminio
Crollano anche le materie prime sui mercati internazionali: i future sul rame con consegna a maggio crollano sul mercato cinese Shanghai Future Exchange, dell'8,4%, quelli sull'alluminio con consegna a giugno addirittura del 50% mentre quelli sul ferro del 48% al Dalian commodity exchange, un altro mercato di commodity cinese.