Economia

Credit crunch in Cina. Petrolio sotto 30$. Le Borse mondiali bruciano oltre 830 mld

Una bufera travolge i mercati azionari mondiali. Da Shanghai a New York, da Tokyo al Vecchio continente gli indici azionari sprofondano e il venerdì nero costa alle Borse oltre 830 miliardi di euro di capitalizzazione. Le preoccupazioni sull'economia cinese, il crollo del prezzo del petrolio, le tensioni geopolitiche, e da ultimo la frenata della produzione industriale americana sono il propellente che alimenta le vendite sui mercati azionari a ogni latitudine.

L'Europa in una giornata brucia circa 280 miliardi di euro sulla base dell'indice Eurostoxx 600 che al termine della seduta accusa uno scivolone del 3,04%. Non vanno meglio le cose a Wall Street. A metà seduta l'indice Dow Jones accusa un tonfo del 2,45%, mandando in fumo qualcosa come 590 miliardi di dollari. Ma la maglia nera di questo venerdì nero se l'aggiudica la Borsa di Mosca con l'indice Rts in caduta libera con un crollo del 5,77%. Il listino russo risente più degli altri mercati il continuo deprezzamento delle quotazioni del petrolio. Oggi il greggio accusa un calo di quasi il 5% scendendo a 29,50 dollari al barile rendendo concrete le ipotesi che la discesa possa continuare fino ai 20 dollari.

Tra le principali borse europee Milano la peggiore con il Ftse Mib in calo del 3,07%. Tra i titoli più penalizzati Mps con un ribasso del 6,70% e poi le aziende legate al mercato del petrolio con Tenaris che lascia sul terreno il 6,30% e Saipem il 5,70%. In Europa perdite del 2% per la City. Francoforte, Parigi e accusano ribassi intorno al 2,50%, Madrid sfiora il 3%, Zurigo il 2,30%. A livello globale solo Tokyo limita i danni con il Nikkei che cede solo mezzo punto percentuale mentre l'Orso domina sul listino di Shanghai. L'indice principale ha perso il 3,50% precipitando sotto il livello di 3mila punti e attestandosi a 2.900, un livello che farà scattare gli acquisti da parte delle autorità centrali per sostenere il mercato. Anche il Sud America non è immune dal contagio.

La borsa brasiliana accusa un calo del 3,20% dell'indice Bovespa mentre a Buenos Aires l'indice Merval accusa un crollo del 4,50% dopo metà seduta. Ulteriore indicazione che i mercati azionari mondiali siano entrati in una fase di forte volatilità è l'impennata dell'indice S&P 500 Vix che balza del 18% superando la soglia dei 28 punti, un valore che negli ultimi otto anni è stato superato solo tre volte: l'agosto scorso con il crollo della borsa cinese, nel novembre del 2011 con la crisi del debito sovrano in Europa e nel settembre del 2008 qualche giorno prima del fallimento di Lehman Brothers.