Economia
Borse, spettro del tapering piega i listini. Lusso ko con l’austherity cinese
Prada -14%, Lvmh, Kering e Burberry -5%. Giù Moncler, Cucinelli e Ferragamo
La Fed che va verso il tapering e trova sponda nel minor numero di sussidi di disoccupazione Usa da inizio pandemia fa da miccia per i mercati finanziari gia' preparati ad abbandonare i massimi storici a causa dei contagi della variante Delta del Covid-19 e dai segnali dell'economia e della politica cinese. Dopo una prima parte di settimana all'insegna della cautela, la posizione della banca centrale emersa dalle minute del meeting di luglio pur non rappresentando una sorpresa e' stata sufficiente a far intensificare le vendite sui mercati azionari europei che hanno chiuso in netto calo.
Alla perfomance negativa dei listini hanno contribuito altri fattori soprattutto di origine asiatica: il taglio del 40% della produzione da parte di Toyota a causa della carenza di chip che ha piegato il settore auto, l'ipotesi di una stretta fiscale cinese sui redditi alti che ha innescato la preoccupazione per le vendite di beni di lusso.
Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato guerra alla diseguaglianza della ricchezza e i titoli del lusso che avevano scommesso sulla Cina come il primo mercato mondiale per i beni di consumo pagano lo scotto in Borsa. A Milano sono Moncler (-5,85%), Cucinelli (-6,17%), Ferragamo (-4,2%), Tod's (-3,8%) e Ferrari (-3,39%) a cadere. In Europa le vendite si accaniscono su Lvmh (-5,4%) Kering (-8,18%) e Burberry (-5,7%) mentre per Prada a Hong Kong e' stata una vera debacle con una perdita di oltre il 14%.
Secondo un rapporto del Credit Suisse l'1% dei cinesi detiene ora il 31% della ricchezza totale del Paese, con un aumento del 21% rispetto a due decenni fa. La pandemia ha allargato la forbice tra i ricchi e la classe operaia, con il tasso di disoccupazione del paese che e' rimasto piu' alto di quanto fosse nella pre-pandemia. Secondo i dati di Bain and Company e di Tmall il mercato del lusso nella Cina continentale e' cresciuto del 48% nel 2020, raggiungendo i 346 miliardi di yuan (53,26 miliardi di dollari). Cio' ha raddoppiato la quota complessiva del paese nel mercato globale del lusso, con un'ulteriore crescita prevista per il 2025, se un potenziale giro di vite sulla disuguaglianza della ricchezza non andra' a cambiare le carte in tavola.
Infine, tornando alla performance dei listini del Vecchio Continente, i numeri dei nuovi contagi, a cominciare da Stati Uniti e Regno Unito, inoltre continuano a creare incertezza sulla ripresa globale. In questo quadro tra le Borse europee e' stata Parigi la peggiore (-2,4%, in particolare per la sua esposizione alle societa' del lusso) ma tutti i principali indici, Amsterdam a parte, hanno ceduto almeno un punto percentuale. Piazza Affari ha terminato le contrattazioni in calo dell'1,63% con il Ftse Mib sotto quota 26 mila punti.
A Milano si sono salvati i gruppi delle infrastrutture energetiche (Italgas, Terna, Snam) mentre e' affondata Moncler (-6,1%). Giu' i petroliferi, con l'andamento negativo del greggio e dei minerari: Tenaris(-4,6%) e Eni (-2,8%). Stellantis ha lasciato sul terreno il 3,5%. Guardando alle altre asset class, il nuovo rafforzamento del dollaro sulla scia delle mosse della Fed ha portato il cambio euro/dollaro sotto quota 1,17 (1,1688 da 1,1726) ai minimi da novembre ed e' stato uno dei fattori alla base del netto calo dei prezzi del rame e del petrolio. Brent (-3,6%) ottobre a 65,8 dollari al barile, Wti settembre (-4%) a 63 dollari al barile.