Economia
Bpm-Banco Popolare, Piazza Affari approva le nozze. Saviotti: fusione in tempi brevi
I sindacati benedicono un'eventuale fusione tra la Bpm e il Banco Popolare a patto che le rappresentanze abbiano un ruolo attivo nella futura governance della Super-popolare. Questo il 'sentiment' che traspare intorno all'operazione, mentre si va rafforzando l'accordo che potrebbe portare alla nascita del terzo campione bancario nazionale, alle spalle di UniCredit e Intesa Sanpaolo. L'ad del Banco, Pierfrancesco Saviotti, conferma: ''Stiamo trattando con molto impegno e siamo fiduciosi che si possa chiudere con un risultato positivo in tempi brevi'', spiega in una call coi dipendenti. Poi segnala che ''il nostro obiettivo è di ridurre le sofferenze'' e ribadisce che l'istituto è solido. La borsa intanto mostra di apprezzare: il Banco vola in rialzo del 9,2% e Bpm del 7,4 per cento. In attesa che si arrivi alla firma di un memorandum d'intesa tra i vertici dei due istituti, si dice dopo l'approvazione dei conti di entrambe le banche, quindi metà febbraio, le sigle di categoria si mostrano favorevoli all'asse Milano-Verona.
ùUn matrimonio tra Bpm e Banco Popolare, ha commentato Massimo Masi della Uilca, "mi sembra più bilanciato e paritetico rispetto a quello ipotizzato tra la Milano e Ubi. Attendo di vedere le carte per capire i possibili effetti in termini di esuberi, di sovrapposizioni di sportelli e aumento di capitale ma credo che questa soluzione possa offrire a livello di governance maggiore spazio alle rappresentanze dei lavoratori". Dello stesso avviso Giulio Romani della Fiba. Secondo lui, inoltre, all'interno della Bpm, dove i dipendenti-soci finora hanno votato in assemblea determinando un forte peso sulla guida della banca, non si ripeterà la frattura avvenuta nel 2007 col tentativo di aggregazione con la Bper di Guido Leoni. "Credo che l'operazione col Banco possa andare in porto", ha detto il sindacalista. Anche perché oggi "non c'è più quell'assemblea lì".
Il riferimento va all'ex Associazione Amici della Bipiemme, scioltasi in seguito all'era Ponzellini per lo scandalo delle carriere facili. "I lavoratori della Bpm - ha proseguito - sono comunque perplessi non tanto per l'operazione in sé, che potrebbe essere ottima, ma per il fatto che queste aggregazioni purtroppo sono accompagnate da voci che indicano la scelta di una soluzione piuttosto che l'altra legata non a motivi di tipo industriale ma d'interesse personale come i posti in consiglio, presidenze, incarichi e remunerazioni". Più cauto il leader della Fabi, Lando Sileoni, che resta "vigile" su tutti gli scenari, non solo Bpm e Banco quindi ma anche Ubi e Mps. Per questo il suo sindacato auspica che ci sia chiarezza e trasparenza da parte del governo e delle autorità di vigilanza, Bce e Bankitalia. "L'esito dell'assemblea della Bpm - ha detto - vincolerà la nostra sigla" e per questo "c'è da augurarsi che all'assemblea dei soci venga presentata la struttura della nuova governance già con l'avvallo formale preventivo della Bce, per scongiurare il rischio di una revisione ex post" da parte della stessa Eurotower