Economia
Brembo, Bombassei: "Pronto a scendere sotto il 50%". E il titolo fa boom
L'industriale: "Possiamo scendere sotto il 50%, senza naturalmente rinunciare al controllo strategico e gestionale della nuova realtà"
Con un rialzo superiore al 4,5% Brembo è tra i titoli migliori di Piazza Affari (+1% il Ftse Mib e +0,96% l'All Share). A mettere le ali alle azioni sono le parole del fondatore e presidente Alberto Bombassei che, come riporta ilsole24ore.com, non ha escluso operazioni di fusione e acquisizione, anzi ha sottolineato che la societa' e' pronta a scendere sotto il 50% in caso di M&A. Al momento le azioni crescono del 4,64% a 10,82 euro per azione, poco sotto il massimo di giornata di 10,88 euro. Passano di mano 1,16 milioni di titoli, contro gli 1,75 milioni di media giornaliera delle ultime 30 sedute.
La Cina "è un mercato fondamentale per il nostro sviluppo. Fa parte di una strategia globale, che è finalizzata a migliorare il nostro posizionamento e ad aumentare la nostra dimensione. Il consolidamento dell'automotive industry non riguarda soltanto i carmaker. Riguarda anche i produttori di componentistica. Per questa ragione, non escludiamo operazioni di acquisizione e di fusione. Anche a costo di sacrificare il controllo assoluto che oggi abbiamo di Brembo. Possiamo scendere sotto il 50%, senza naturalmente rinunciare al controllo strategico e gestionale della nuova realtà", ha detto Bombassei, ricordando che la società ha trattato l'acquisizione di Magneti Marelli, poi ceduta da Fca a Calsonic Kansei.
"Non è andata bene, ma non ci fermiamo, anche a costo di modificare il tipo di controllo esercitato sul nostro gruppo", ha aggiunto. Bombassei e' a Nanchino per l'inaugurazione del nuovo impianto per la produzione di pinze freno in alluminio. Si tratta di un investimento da 100 milioni di euro che integra lo stabilimento per la produzione di dischi freno aperto sette anni fa.
Questo rilevante investimento sul mercato cinese - il terzo impianto produttivo, piu' una societa' puramente commerciale - si inserisce in una metamorfosi industriale e societaria non da poco. Oggi la famiglia Bombassei ha il 53% della società. Il 18 aprile l'assemblea degli azionisti a Bergamo sarà chiamata ad approvare - in sede straordinaria, dopo quella ordinaria per l'approvazione del bilancio e del dividendo (0,22 euro per azione) - l'introduzione del voto maggiorato, che assegnera' due voti ad ogni azionista che avra' conservato il titolo per piu' di 24 mesi.
Questo meccanismo consentirà di gestire con più agio - e con più forza - le operazioni straordinarie che, se non nei fatti, almeno nei progetti sono alle viste per Brembo, con il mantenimento del controllo anche in un nuovo ipotetico aggregato, attraverso il calo della quota ma un pacchetto di diritti di voto più che proporzionale. Questa strategia ha un punto di partenza e un punto di arrivo. Il punto di partenza e' la solidita' di un gruppo che ha ricavi ormai abbondantemente superiori ai due miliardi e mezzo di euro e che, nel 2017, ha sviluppato un utile netto pari al 9% del fatturato, a fronte di un indebitamento finanziario netto di soli 137 milioni di euro.
Il punto di arrivo è una realtà della componentistica più forte, in grado di competere in un comparto capital intensive che - fra accordi tecnomanifatturieri e operazioni sull'equity - sta cambiando pelle non solo agli assemblatori finali, ma anche ai fornitori di componenti e di sistemi. In mezzo c'è la disponibilità della famiglia Bombassei a sacrificare, sull'altare di una operazione straordinaria, il simulacro del controllo assoluto mantenendo l'indirizzo strategico e il controllo operativo - con quote anche abbondantemente sotto il 50% - della Brembo.