Economia

British Telecom, quelle decisioni affrettate. Lo scandalo che coinvolge Londra

I problemi per la compagnia telefonica risalgono all'esito del referendum britannico...

Mettiate il caso di essere investitori in una delle aziende internazionali che ritenete più solide ed affidabili nel portafoglio borsistico mondiale. Un bel giorno e senza nessuna avvisaglia il CEO vi racconta che a causa di un possibile problema in una filiale che incide per l’1% sui margini del Gruppo quest’anno non si potranno distribuire dividendi. Le notizie vengono enfatizzate così che il titolo perde il 20%, alcuni top manager vengono rimossi e tutta l’attenzione viene focalizzata sui problemi della filiale con l’obiettivo forse di distoglierla dal vertice mondiale. I profitti erano gonfiati, i conti del gruppo disastrati e la colpa tutta del management italiano. Nelle scorse settimane diversi organi di informazione pubblicano la notizia dell'azzeramento dei manager italiani di British Telecom dopo le conclusioni di un'indagine interna condotta insieme alla società di revisione KPGM: la divisione italiana avrebbe truccato i conti per gonfiare i guadagni, costringendo la casa madre ad abbassare il valore di Bt Italia di 530 milioni di sterline.

Alla diffusione di questa scoperta il titolo, quotato a Londra, ha perso il 20%. Sembrerebbe tutto fin troppo semplice: conti truccati, Bt corre ai ripari e rimuove i manager responsabili dei conti gonfiati. Eppure con il passare dei giorni la questione sembra farsi più complicata. L'annuncio di Bt in cui sostiene che non ci saranno profitti nel 2017 e neanche nel 2018 ed il crollo in borsa possono essere giustificati solo con quanto emerso nella divisione italiana che incide soltanto per l'1% nei margini del gruppo?

Bt Italia avrebbe gonfiato i profitti per un numero imprecisato di anni tanto da portare ad una svalutazione del bilancio complessivo di British Telecom, tra errori e cambi di principi contabili, di oltre 610 milioni di euro. Ma dov’erano i revisori, il collegio sindacale, gli auditor interni? E l’affidabilità di sistemi aziendali e dei processi e delle procedure standard? Fin da subito l'amministratore delegato Gavin Patterson ha puntato il dito sulla divisione italiana: “Siamo profondamente delusi dalle pratiche improprie rilevate nel nostro business italiano”. L'azzeramento del management potrebbe essere la mossa che anticipa un disimpegno in Italia come uno degli effetti della Brexit?