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Economia
BT Italia, il tribunale dichiara illegittimo licenziamento dell'ex ad Cimini

Il licenziamento è stato illegittimo e ingiurioso: così British Telecom dovrà risarcire di 1,8 milioni di euro Gianluca Cimini, ex Ad di BT Italia. La notizia diffusa dalla Reuters sul pronunciamento del giudice del lavoro di Milano è dirompente, ripresa anche dal New York Times.  Anche perché proprio al management italiano erano state attribuite tutte le responsabilità in riferimento a presunte doppie fatturazioni, utilizzo di un gruppo ristretto di fornitori sovrastimando gli ordini, fatturato gonfiato dall'acquisto di crediti.  Nei mesi scorsi avevamo più volte sottolineato la stranezza dell'improvviso azzeramento dei manager italiani, dal momento che la società inglese sembrava avere problemi ben più seri in patria come la  maxi multa di 42 milioni di sterline comminata dall'Ofcom, autorità delle comunicazioni, a seguito di una serie di mancanze e del mancato rispetto di alcune normative. Dal punto di vista finanziario, oltre all'ingente multa, la società avrebbe dovuto rimborsare i provider danneggiati con circa 300 milioni di sterline con un notevole impatto  sui conti del gruppo visto che già a gennaio 2017 era già stata pesantemente abbassata la stima sugli utili per il 2017 e per il 2018. 

Il pronunciamento di Tullio Perillo, giudice del lavoro di Milano, alimenta gli interrogativi sul modo di agire di BT. Sicuramente si tratta di una grande vittoria per l'ex amministratore delegato Cimini che come ha detto il suo legale Angelo Zambelli, si vede restituito decoro e reputazione professionale. Le date in questa storia possono essere significative. Nell’autunno 2016 Cimini e gli altri manager vengono allontanati perché avrebbero avuto atteggiamenti vessatori nei confronti dei dipendenti.  A gennaio 2017 l'azienda taglia le stime di utili, ricavi e free cash flow come conseguenza delle asserite gravi irregolarità contabili nelle attività italiane con un buco di 530 milioni di sterline. Da quanto ci risulta però al momento non sono arrivate a Cimini contestazioni di tipo contabile ma solo addebiti di tipo disciplinare. A marzo inoltrato la società presenta una denuncia e iniziano le indagini della procura di Milano sull’operato dell’ex amministratore delegato Cimini, di tre ex top manager e di un ex funzionario.

Le indagini sono state prorogate di altri sei mesi, in attesa di una perizia contabile che sarà eseguita subito dopo l'approvazione del bilancio di Bt Italia Di sicuro al momento c'è che il licenziamento di Cimini era illegittimo, anche se è probabile che la società voglia impugnare la decisione del giudice del lavoro di Milano. Una sentenza che potrebbe avere anche un certo impatto nell’esisto dell’indagine aperta dalla Procura. Sullo sfondo restano numerosi quesiti: i manager italiani sono diventati i capri espiatori di una difficile situazione societaria che sembra avere origini ben lontane dall'Italia? Non è infatti un mistero che il titolo di Bt Plc si sia praticamente dimezzato considerato l’andamento degli ultimi due anni. L'obiettivo era quello di  facilitare il disimpegno dal nostro paese attraverso le responsabilità attribuite ai manager italiani? Più in generale sembra proprio che la società voglia disimpegnarsi dai vari mercati europei visto che non solo ha pesantemente ridimensionato gli investimenti in Italia ma ha anche annunciato un piano di riduzione drastica delle operazioni fuori dal Regno Unito con 4000 esuberi e l’azzeramento nei primi mesi del 2017 degli apicali di Bt Europa e Bt Gs: l’intenzione era probabilmente quella di mettere in atto un riposizionamento strategico su digitalizzazione e automazione.

Nei mesi scorsi sono stati  scongiurati i 202 licenziamenti richiesti da BT Italia ed evitati per il momento grazie all'accordo con i sindacati tramite il ricorso al contratto di solidarietà. Sembra inoltre in corso l’esodo di tutti i dirigenti di seconda fascia. Anche lo stesso contratto Spc legato alla connettività della pubblica amministrazione centrale e locale potrebbe essere ceduto a Tim.

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