Economia

Caputo: "Credito, seguire le best practices di Piemonte ed Emilia Romagna"

Eduardo Cagnazzi

Per Federconfidi la riforma mitiga il gap creatosi con la garanzia diretta, stabilisce inoltre un maggiore equilibrio con la riassicurazione-controgaranzia".

Dal 15 marzo sono in vigore nuove disposizioni operative per l’attuazione della riforma del Fondo di Garanzia. Le nuove disposizioni hanno l’obiettivo di aumentare l’efficacia dello strumento ampliando la platea dei beneficiari e facilitando l’accesso al credito per imprese (medie, piccole e micro) ancorché fragili, ma economicamente e finanziariamente sane. La norma prevede inoltre che il fondo può essere ampliato anche con il cofinanziamento regionale. A tale proposito il presidente di Federconfidi-Confindustria, Rosario Caputo (nella foto), ha affermato nel corso di un focus con gli imprenditori del Mezzogiorno, che questo provvedimento “mitiga il gap creatosi con la garanzia diretta e stabilisce un maggior equilibrio con la riassicurazione-controgaranzia. Offrendo, non solo ai Confidi autorizzati, un’opportunità per sviluppare le proprie attività ma anche alle banche di riavvicinarsi ad un maggior numero di imprese. Il fondo pubblico nazionale, anche per le ridotte coperture assicurate, dovrebbe essere integrato opportunamente da parametri prestabiliti, fissando delle priorità di condizioni appositamente studiate per massimizzare le risorse regionali destinate alla riassicurazione. Mi riferisco, in particolare -ha proseguito Caputo- alla costituzione, da parte della Regione Campania con delibera del 24/07/2018, della “Sezione speciale” presso il Fondo di Garanzia per le Pmi, le cui modalità operative ancora, ad oggi, non risultano definite appieno. Questa importante leva di politica industriale regionale può assicurare, alle imprese regionali, una maggiore intensità di aiuti grazie alle possibilità di ulteriormente incrementare la riassicurazione fino al 90% dell’importo garantito, consentendo un maggiore effetto leva nei confronti delle pmi”.

“Qualora -ha concluso il numero uno di Federconfidi- la Regione Campania volesse “confermare” l’accesso alla sezione Speciale “anche” per la Garanzia diretta, come si desume dall’art. 4 della convenzione sottoscritta con il Mise, allora sarebbe opportuno, che proprio per non depotenziare le finalità poste a base della riforma, definire nell’addendum ancora da formalizzare con il ministero, precise modalità operative distinguendo le possibilità di utilizzo in funzione dell’importo (una soglia superiore alle 200mila euro, potrebbe essere una scelta equa) oppure per la durata (per esempio i finanziamenti oltre 36 mesi), come già avviene in Emilia-Romagna e Piemonte”.

Vito Grassi, Presidente di Unione industriali Napoli, ha a sua volta dichiarato: “Siamo da tempo impegnati, come sistema associativo, a individuare e promuovere forme di accesso al credito alternative e migliorative per le imprese, sia in ordine alla tempistica che agli oneri. La riforma del Fondo centrale di garanzia per le pmi va in questa direzione, ed è per questo che abbiamo ritenuto molto utile sostenere l’iniziativa di Gafi con questo momento di approfondimento. Il ruolo dei soggetti intermedi è, anche e soprattutto, quello di sviluppare cultura d’impresa, anche sul versante della conoscenza degli strumenti finanziari più opportuni per la realizzazione dell’investimento aziendale. Più in generale, cerchiamo di accompagnare le pmi nel loro percorso di crescita. Come stiamo facendo con la piattaforma Connext, che ha la finalità primaria di connettere e aggregare per promuovere partnership, iniziative produttive, sviluppo. Il notevole successo riscontrato ci conforta nella nostra condizione di essere sulla strada giusta”.