Economia

"Caro affitti? Non diventi un talk show: dalla politica serve responsabilità"

di Roberta Nutricati

Intervista alla presidente del Consiglio nazionale giovani come portavoce delle richieste degli studenti. Per il futuro di tutti, anche dei giovani lavoratori

Secondo i vostri dati, qual è la situazione che vive mediamente un giovane lavoratore e come si può intervenire per “alleviarla”?

La ricerca che abbiamo condotto rileva che la maggiorparte - anzi la quasi totalità - dei giovani oggi ha un reddito molto basso o peggio, lavora in condizioni contrattuali precarie o al limite della legalità. Data l’esiguità “generalizzata”, la priorità sarebbe intervenire - ulteriormente, perché in parte il governo si è già speso in questa direzione - per ridurre il cuneo fiscale e aumentare la forbice. Consideriamo che tutt’ora quasi la metà degli stipendi - anche per chi guadagna poco - finisce in contributi costringendo i giovani a vivere con pochissimo.

E ad ingrossare le fila - secondo quanto emerso nell’ultimo report su Povertà ed esclusione sociale - dei “nuovi poveri”, persone che lavorano ma non riescono non solo a prendere il famoso “ascensore sociale” ma neanche a fronteggiare spese impreviste, per quanto piccole. L’Unione europea prevede una base che state percorrendo per avanzare nella tutela dei diritti di chi vive questa condizione di difficoltà?

Senz’altro. Intanto mi preme ricordare che l’agenda 2030 individua come ottavo Obiettivo proprio l’occupazione dei giovani, che calato nel nostro contesto nazionale, significa ridurre drasticamente la percentuale dei Neet con provvedimenti mirati nell’ambito delle politiche attive del lavoro senza però dimenticare le condizioni di chi un lavoro o un percorso di studi lo ha intrapreso, ma si confronta con oneri economici del genere. A tal proposito, il Patto per l’occupazione giovanile è una misura ampia, che include il cuneo fiscale ma anche la regolamentazione delle formule contrattuali, fin dai tirocini professionalizzanti e gli stage.