Economia
La "Cattedra Agnelli" all'università di Pechino? Così Elkann spera di rilanciare Stellantis in Cina
Cosa c'è dietro la nascita della Cattedra Agnelli di cultura italiana a Pechino (primo titolare: Romano Prodi): obiettivi culturali, ma anche molti interessi commerciali
La "Cattedra Agnelli" all'università di Pechino? Così Elkann spera di rilanciare Stellantis in Cina
Un ponte culturale per avvicinare ulteriormente Italia e Cina. Un’iniziativa distensiva che assume ancor più valore dopo la visita di Sergio Mattarella oltre la Muraglia, il suo incontro con il presidente cinese Xi Jinping e i numerosi accordi firmati dai due leader. Potrebbe sembrare questo il senso della Cattedra Agnelli di cultura italiana aperta a Pechino da Fondazione Agnelli, un investimento da 2,5 milioni di euro inaugurata al China-Europe Philanthropy Innovation Research Center dell’Università di Pechino.
L'evidente interesse di Stellantis nella Cattedra Agnelli a Pechino
Appare tuttavia opportuno utilizzare il condizionale perché, dietro la cultura, c’è anche un evidente interesse commerciale da parte di Stellantis, il gruppo dell’automotive presieduto da John Elkann. Lo stesso Elkann presidente anche della Fondazione Agnelli, e presente alla cerimonia inaugurale in quel di Pechino. Elkann è stato chiaro: “La Agnelli Chair che inauguriamo a Pechino è un ponte che costruiamo per stimolare la comprensione reciproca e la collaborazione pacifica tra i nostri Paesi: racconterà con orgoglio alla Cina il meglio della cultura italiana, di ieri e di oggi, e al contempo rafforzerà il dialogo con il mondo cinese in tutti i suoi aspetti. Un obiettivo particolarmente importante nelle fasi di incertezza e di tensioni globali come è l’attuale”.
"Università degli Agnelli" a Pechino, il primo titolare di cattedra è Prodi
Il primo titolare della cattedra sarà Romano Prodi, già ex presidente del Consiglio italiano e grande esperto delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina. È poi prevista una rotazione in ciascuno dei due semestri accademici, al termine dei quali “sarà designato uno/una titolare, da scegliersi fra docenti ed esperti prestigiosi e brillanti, non necessariamente solo italiani, che sappiano restituire una visione della cultura italiana storica e contemporanea, analizzandone le principali determinanti in ambiti che spaziano dalle discipline umanistiche e artistiche alle scienze naturali, sociali e applicate”.
Gli obiettivi della Cattedra Agnelli in Cina
L’obiettivo ufficiale della Cattedra Agnelli consiste insomma nello spiegare agli studenti dell’Università di Pechino il contributo offerto dall’Italia in vari settori: dall’arte alla conoscenza scientifica, dalla tecnologia all’economia. C’è però chi parla anche di un obiettivo ufficioso di questa iniziativa, da ricercare nel campo dell’automotive, o meglio, nelle strategie di Stellantis. Il gruppo, guidato dall’amministratore delegato Carlos Tavares, ha cambiato registro sulla Cina. Se, infatti, in un primo momento lo stesso Tavares era tra i fautori di chi voleva dazi sulle auto made in China, oggi il dirigente portoghese va spiegando in giro che lui e Stellantis non hanno paura della Cina, e che anzi, vogliono collaborare con il Dragone per migliorare il prodotto.
Il cambio di rotta di Stellantis e Tavares sulla Cina
Non è un caso che Stellantis, nell’ottobre 2023, decideva di investire circa 1,5 miliardi di euro nel colosso cinese Leapmotor, per l’acquisizione di circa il 21% delle sue quote. L’accordo prevedeva anche la costituzione di Leapmotor International, con diritti esclusivi per l’esportazione e la vendita, nonché la fabbricazione dei prodotti Leapmotor al di fuori della “Grande Cina”.
Stellantis ha così iniziato a vendere in Europa le auto cinesi di Leapmotor. Non solo: pare che il gruppo italo-francese abbia firmato un accordo con il Dragone per rafforzare la presenza di Jeep e Alfa Romeo in Cina. Secondo Torino Cronaca, Elkann avrebbe approfittato del suo viaggio all’ombra della Città Proibita per delineare i contorni di una partnership con China Automobile Trade, così da avviare una nuova fase di espansione di Stellantis affidandosi a due marchi premium. Nella speranza che possano piacere ai consumatori cinesi e che questa mossa possa portare benefici economici. Anche perché Stellantis e Leapmotor hanno dovuto rivedere i loro piani per la produzione del suo nuovo SUV elettrico B10. Inizialmente il veicolo doveva essere realizzato a Tychy, in Polonia, ma adesso serve un altro Paese europeo. Il motivo? Semplice: la Cina ha imposto tariffe fino al 45% sui veicoli elettrici prodotti negli Stati europei che avevano precedentemente votato a favore delle tariffe sugli Ev made in China (Polonia compresa).