Economia
Cattolica, sistema di potere minacciato. Perché Bedoni ha fatto fuori Minali
Le conclusioni del rapporto ispettivo della Consob sulla compagnia assicurativa
"La governance di Cattolica è stata fortemente influenzata dall'esistenza di un centro decisionale, esterno al consiglio, che fa capo al presidente Paolo Bedoni (sostituito lo scorso maggio da Davide Croff, ndr), affiancato da alcuni amministratori: il vice presidente Blasevich, il segretario Lai e dal consulente legale Cera". In sostanza, una "ristretta cerchia di soggetti". E' quanto sottolineato dalla Consob nella relazione ispettiva sulla compagnia veronese (finita sotto Opa delle Generali), realizzata grazie al supporto della Guardia di Finanza.
Alberto Minali
In tutto 119 pagine, visionate dall'agenzia Radiocor, che hanno passato al setaccio la gestione del gruppo fino all'anno scorso: dalla governance alla spinosa questione della revoca delle deleghe all'amministratore delegato Alberto Minali, dal funzionamento dell'assemblea (con lo svolgimento e gli esiti di quella del 13 aprile 2019 "significativamente alterati", secondo Consob) alla politica degli investimenti, influenzata da "valutazioni basate su logiche di carattere reputazionale piuttosto che riguardo al loro profilo economico-finanziario", esponendo così la compagnia a "rischi potenziali di depauperamento del patrimonio aziendale" nonchè gli stessi assicurati a rischi potenziali visto che gli investimenti in H-Campus e nel fondo Agris (Coldiretti) sono stati allocati per una parte rilevante nelle gestioni separate.
Va precisato che il Tribunale di Verona, lo scorso maggio, ha archiviato per infondatezza della notizia di reato il procedimento avviato contro alcuni esponenti aziendali di Cattolica, tra cui Bedoni, per illecita influenza sulle assemblee 2019 (tra cui quella del 13 aprile) e 2020.
Sulla governance, secondo Consob, i soggetti vicini all'allora presidente Bedoni "hanno definito un assetto di poteri, organizzativo e informativo, tale da assicurargli strumenti per potere esercitare un controllo preventivo su alcune materie sottoposte al cda, in particolare su governance e rapporti con i soci". Un "ruolo centrale" lo ha avuto il presidente Bedoni, "informato in anticipo circa operazioni o investimenti che si volevano effettuare allo scopo di ottenerne il placet".
Molte di queste informazioni venivano condivise con la solita "ristretta cerchia di soggetti": un esempio lampante, in questo senso, è l'attribuzione delle deleghe al Ceo Minali, così come la sua revoca. Questioni di stretta competenza del board ma "gestite dal presidente e da persone di sua fiducia" per poi sottoporre al board decisioni "nei fatti già assunte".
Diversi, aggiunge l'Autorità, sono i casi in cui l'attività svolta dai consiglieri Lai e Blasevich e dal consulente Cera 'ha travalicato l'ambito delle attribuzioni derivanti dalla carica rivestita o dagli incarichi affidati". Tra questi si cita il coinvolgimento .di Blasevich su H-Farm e di Cera, "determinante per la sua influenza sulle scelte del cda circa le richieste di modifiche statutarie avanzate da alcuni soci".
IL CASO MINALI. "La decisione di revocare le deleghe conferite a Minali (fine ottobre 2019) è correlabile alla crescente autonomia dello stesso rivendicata rispetto al sistema di governo societario in cui il presidente Bedoni è dominus indiscusso".La Consob mette nero su bianco anche una articolata ricostruzione dei motivi del ritiro delle deleghe all'ex numero uno della compagnia.
(Segue: il comportamenti "destabilizzanti" di Minali per il sistema di potere di Bedoni. Lo scontro sul maxi progetto con Ubi...)