Economia
Cattolica, sistema di potere minacciato. Perché Bedoni ha fatto fuori Minali
Le conclusioni del rapporto ispettivo della Consob sulla compagnia assicurativa
"Una serie di evidenze documentali - aggiunge peraltro l'Autorità - suggerisce che già a partire dal 2018 le mosse del Ceo fossero oggetto di attenzione e monitoraggio (da parte del sistema di governo societario sopra descritto, ndr), per il sospetto di suoi comportamenti destabilizzanti". L'allora presidente Bedoni, secondo Consob, è stato "artefice dell'arrivo di Minali in Cattolica, attore centrale del conflitto con lo stesso e organizzatore della revoca con il costante supporto del professor Mario Cera". Revoca avvenuta "in un quadro di ridotta trasparenza e asimmetria informativa tra i consiglieri" e i cui motivi sarebbero diversi.
Tra questi spicca il cosiddetto "Progetto Foscari", portato avanti dall'ad e riguardo cui il presidente Bedoni e soggetti a lui vicini lamentano il mancato coinvolgimento. L'idea è quella di costituire una nuova joint venture con Ubi Banca, a seguito della quale Cattolica sarebbe divenuta partner assicurativo unico dell'istituto. Una svolta quasi epocale per la compagnia che avrebbe richiesto - secondo le stime degli advisor Ubs e Nomura - un aumento di capitale da 1,05 miliardi di euro, operazione molto più facilmente realizzabile con la trasformazione in spa.
Il dossier arriva in consiglio di Cattolica il 5 maggio 2019 ma il 19 settembre viene accantonato, anche per le perplessità di diversi consiglieri, tra cui Bedoni. "La modalità di gestione del progetto da parte del Ceo ha determinato un repentino deterioramento delle relazioni dello stesso con alcuni esponenti aziendali e con il presidente in particolare", sintetizza Consob che sottolinea anche come "Bedoni e Cera hanno temuto - se l'operazione fosse andata in porto - un'eccessiva autonomia di Minali e la perdita sostanziale del controllo sulla governance della società che sarebbe derivata".
Altro snodo cruciale sono stati i rapporti con Coldiretti, di cui Bedoni è stato presidente nazionale: "Deve ritenersi che gli attriti (sul tema, ndr) tra l'amministratore delegato e alcuni amministratori possano avere costituito motivo di crescenti tensioni e concause nella sfiducia", scrive Consob. Del resto, si ricorda, i rapporti stessi sono "di lunga data e di tipo non solo economico".
Tra questi ci sono i mandati agenziali alla Agrifides che mostrano una redditivita' negativa protratta da tre anni: per questo Minali "opera una revisione in senso restrittivo delle condizioni commerciali". Ne segue la decisione di Coldiretti di recedere dal contratto il 3 settembre 2019, solo sei giorni prima del 9 settembre, prima occasione in cui una riunione informale di consiglieri discute della revoca del Ceo. "L'ordine cronologico degli eventi - conclude Consob - conforta l'ipotesi che tale vicenda figuri tra le più rilevanti concause della rottura del rapporto fiduciario".