Economia
Cgil-Uil-Cisl, finto divorzio della Triplice: regole chiare e tavolo pensioni
Che cosa c'è dietro lo sciopero del 16 dicembre contro la legge di Bilancio indetto da Cgil e Uil
Manovra, che cosa c'è dietro lo sciopero di Cgil e Uil
La Triplice alleanza sindacale è saltata? Giovedì 16 dicembre, Cgil, Uil scenderanno in piazza contro la legge di bilancio del governo Draghi. Non lo farà invece la Cisl di Luigi Sbarra. Anomalo. Che cosa si cela dietro all'apparente divorzio? Secondo quanto ricostruiscono fonti sindacali interpellate da Affaritaliani.it la notizia non dovrebbe così stupire.
Principalmente per due motivazioni. In primo luogo, la Cisl, la sigla sindacale che si è smarcata dallo sciopero indetto dalla sigla di Corso d’Italia e dalla confederazione guidata da Pierpaolo Bombardieri, ha sempre considerato la protesta di piazza bloccando il Paese uno strumento non idoneo e adatto per portare a casa soluzioni e risposte.
Riecheggiano le parole del segretario generale Luigi Sbarra: “Questo è il momento del dialogo, è sbagliato scioperare e radicalizzare il conflitto, la legge di bilancio è profondamente cambiata e migliorata anche grazie a noi”. In più alla Cisl pare non vogliano affondare l’attacco contro imprese e Governo, a cui invece il leader della Cgil Maurizio Landini vorrebbe, in maniera legittima per gli interesse di rappresentanza, dettare l’agenda.
Ma non solo. Sul tavolo dell'esecutivo Draghi è calda e viva la grande partita sulla riforma delle pensioni con Quota 101 da una parte e quota 102 dall'altra. A tal proposito il premier Mario Draghi ha di fatto rimandato una chiara decisione, causando i malumori prima di Cgil, e poi a ruota della Uil.
In più, a giocare contro anche le tempistiche: entrambe le sigle contestano la convocazione tra due settimane del tavolo per la revisione della legge Fornero, senza aver prima concordato un confronto per ampliare le misure inserite in manovra.
Per la Cisl invece scioperare sotto data, in vista del 20 dicembre appunto, giornata cruciale per l'approvazione della legge di bilancio, comporterebbe ulteriori futili contrasti. Anche perchè, il dossier sulle pensioni è un tema, oltre che caldo, anche aperto: fino a questa primavera quando ad aprile il governo varerà il documento di economia e finanza, sono previsti colloqui e consultazioni tra esecutivo e sindacati.
Manovra vs sindacati, la fine della famosa triplice?
Insomma, secondo quanto può ricostruire ad Affaritaliani.it non ci sarebbe in atto una vera e propria spaccatura. Sommando i pezzi e le dichiarazioni, il quadro che si delinea è abbastanza chiaro: nei sindacati cambiano le modalità d'azione. Da una parte Cgil e Uil “pur apprezzando lo sforzo e l’impegno del premier Draghi e del suo esecutivo”, considerano la manovra “insoddisfacente, in particolare sul fronte del fisco, delle pensioni, della scuola, delle politiche industriali e del contrasto alle delocalizzazioni, del contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne, della non autosufficienza”.
Mentre Sbarra sin dall’uscita dall’incontro giovedì con il premier Mario Draghi ha precisato che “l’85% degli sgravi verrà destinato alle fasce di reddito sotto i 50mila euro per lavoratori dipendenti e pensionati. Di questi, quasi il 50% riguarderanno i redditi fino a 28mila euro, osservando che “l’intervento delle aliquote sommato agli 1,5 miliardi per il taglio una tantum dello 0,8% dei contributi ai redditi fino a 35mila euro produce risultati maggiori del taglio del cuneo fiscale del governo Conte 2 che fu salutato positivamente da tutti i sindacati”. Insomma, quanto basta per supportare la propria impostazione messa subito in chiaro con i partner della Triplice a non voler scendere in piazza.
Landini e Bombardieri: "Il Governo su molti temi importanti che abbiamo sollevato non ha dato tutte le risposte che ci aspettavamo"
"Abbiamo apprezzato il lavoro costante fatto dal presidente Draghi sul metodo, nel confronto con le parti sociali e per molti contenuti che siamo riusciti a ottenere, ma riteniamo che il Governo su molti temi importanti che abbiamo sollevato non abbia dato tutte le risposte che ci aspettavamo e per questo abbiamo indetto otto ore di sciopero generale che, vorrei ricordare, e' un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Lo ricordo a chi ci dice che siamo irresponsabili e a chi ci sfida", hanno spiegato a fine giornata Bombardieri e Maurizio Landini in conferenza stampa congiunta.