Economia
Chi è René Benko, il magnate arrestato in Austria al centro del mega-crac immobiliare Signa
Benko aveva concentrato molti dei suoi investimenti nel Nord Italia, puntando soprattutto su Bolzano e Trento
Arrestato René Benko: il magnate austriaco al centro del crac Signa e degli scandali in Italia
Innsbruck, ore 8:15. del mattino, René Benko, il magnate austriaco e fondatore del gruppo Signa Holding, è stato arrestato nella sua villa di lusso su ordine delle autorità austriache. L’uomo d’affari, travolto dal crac miliardario della sua società, è ora in custodia cautelare per quello che si profila come uno dei maggiori scandali finanziari degli ultimi anni. Con un crac stimato oltre i 50 miliardi di euro, il fallimento del suo impero immobiliare ha coinvolto l'intera Europa, coinvolgendo in particolare quattro Paesi, Italia compresa. L’affaire, venuto alla ribalta a novembre 2023, deriva da un debito di circa 5 miliardi di euro, con insoluti per 1,16 miliardi e va intaccare un impero immobiliare con attivi stimati intorno ai 25 miliardi.
La procura di Trento aveva già emesso un mandato di arresto contro Benko lo scorso dicembre, respinto però dalle autorità di Vienna. Oggi, invece, la giustizia austriaca ha deciso di intervenire, dopo che il magnate era finito al vertice di un intreccio criminale svelato dalla procura antimafia di Trento. Secondo l’accusa, Benko avrebbe sfruttato la “significativa permeabilità dell’amministrazione” locale, soprattutto nelle province di Bolzano e Trento, per mettere le mani su appalti e speculazioni edilizie di grande portata. Tra le operazioni più controverse, il centro commerciale Waltherpark, il Gries Village e la riqualificazione della collina del Virgolo. L'inchiesta italiana ha portato alla luce un sistema ben ramificato, con 77 indagati e diversi arresti, tra cui Cristina Santi, sindaca leghista di Riva del Garda, e altri imprenditori e funzionari pubblici.
Il fallimento di Signa Group
Signa Group è stato, un tempo, uno dei principali colossi immobiliari privati d’Europa, crollato, poi, sotto il peso di un indebitamento insostenibile e una strategia di acquisizioni troppo rischiosa. Fondata da René Benko, la società gestiva un vasto portafoglio di immobili, tra cui proprietà di lusso, grandi magazzini, centri commerciali e hotel in Austria, Germania, Italia e Svizzera. Tuttavia, nel 2023, l’aumento dei tassi d'interesse e il rallentamento del mercato immobiliare hanno fatto esplodere le difficoltà finanziarie, costringendo Signa a chiedere il fallimento.
Il fallimento di Signa ha messo in evidenza le lacune nelle Autorità di Vigilanza. Infatti, nonostante i vari tentativi di ristrutturazione, la società non è riuscita a raccogliere i fondi necessari e ha dovuto avviare a fine 2023 una procedura di insolvenza. Il debito accumulato ha messo a rischio numerosi istituti bancari. Tra questi, Julius Baer, Raiffeisen e UniCredit, con un’esposizione complessiva di 1,5 miliardi di euro. Ma le conseguenze non riguardano solo il settore bancario. Il fallimento di Signa potrebbe ha avuto effetti devastanti anche sul retail europeo. Il gruppo possedeva infatti catene come Galeria Kaufhof, KaDeWe, Globus e diversi hotel e uffici, per un totale di asset di 27 miliardi di euro.
Ma non finisce qui, dietro Signa, c’erano anche alcuni dei nomi più influenti dell’imprenditoria europea: la famiglia Peugeot, i Rausings di Tetra Pak, il magnate Klaus-Michael Kühne, e persino gli eredi di Niki Lauda.
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Chi è René Benko
Nato a Innsbruck nel 1977, René Benko aveva costruito il suo impero partendo dal recupero e dalla trasformazione di sottotetti e mansarde in attici di lusso. Il successo iniziale lo spinse a puntare più in alto, abbattendo e ricostruendo il centro commerciale Tyrol nella sua città natale e avviando diversi e ambiziosi progetti immobiliari in tutta Europa. Con il tempo, il gruppo Signa si espanse a livello internazionale: acquisì la catena tedesca di grandi magazzini Karstadt, poi fusa con Galerie Kaufhof, dando vita alla più grande rete commerciale della Germania. L’acquisto del Chrysler Building a New York nel 2019 sembrava sancire il trionfo dell’imprenditore austriaco.
Ma sotto la superficie scintillante, i problemi crescevano. La crisi post-pandemica e le difficoltà finanziarie legate alla gestione delle sue attività hanno messo in ginocchio Signa. Nel 2023, il fallimento della controllata Signa Sports United e il tracollo delle sue operazioni immobiliari tedesche hanno segnato l’inizio della fine. I soci e le banche creditrici hanno perso fiducia, costringendo Benko a lasciare la guida della società. Benko aveva concentrato i suoi interessi anche sull’Italia, scegliendo il ricco Nord per i suoi affa, soprattutto sulle province autonome di Bolzano e Trento.