Economia

Ciancio (Triple Sea Food): “Ecco la nostra strategia con il Twiga. E in futuro…”

Parla Davide Ciancio, CEO di Triple Sea Food, il braccio operativo di Lmdv Capital nel mondo della ristorazione e dell’hospitality

di Marco Scotti

Del Vecchio compra il Twiga da Briatore. Il Ceo di Triple Sea Food: "Posizionare l’Italia tra i giganti del lusso"


"Siamo entusiasti di questa acquisizione, che rappresenta un passo storico per l’ospitalità italiana.” Davide Ciancio, CEO di Triple Sea Food – il braccio operativo di Lmdv Capital nel mondo della ristorazione e dell’hospitality – non nasconde l’entusiasmo per l’acquisizione del Twiga. L’operazione, guidata dal family office di Leonardo Maria Del Vecchio, promette di ridisegnare le regole del gioco nel lusso italiano. Le cifre, per ora, rimangono top secret, anche se in giro si sono trovate diversi numeri, intorno ai 6-7 milioni di euro.

“L’obiettivo – aggiunge Ciancio – è posizionare l’Italia tra i giganti del settore a livello internazionale, dimostrando che il nostro Paese può competere con i migliori. Merito anche della visione del nostro Presidente, Leonardo Maria Del Vecchio, che ci insegna ogni giorno a pensare in grande e a mettere le persone al centro di tutto."

Partiamo dall’acquisizione del Twiga: perché l’avete voluta e cosa rappresenta per il gruppo?

Il Twiga non è solo un brand: è un simbolo. Rappresenta l’eccellenza italiana nel lifestyle e nell’intrattenimento di lusso, un’icona che ha già una forte risonanza internazionale. Per Triple Sea Food è stato naturale fare questo passo, perché rafforza il nostro portafoglio con un brand capace di fare da traino verso nuovi mercati. È un manifesto: vogliamo dire al mondo che l’Italia non solo c’è, ma è pronta a giocare un ruolo da protagonista. L’ospitalità, il divertimento, l’arte di creare esperienze uniche sono nel nostro DNA, ed è il momento di portarli su scala globale.

Qual è la strategia dietro questa espansione?

L’obiettivo è chiaro: creare un ecosistema in cui ogni nostro brand, da Vesta a Twiga, abbia una sua identità distintiva ma collabori in sinergia per ampliare la portata del gruppo. Twiga sarà il nostro ambasciatore del lifestyle, mentre Vesta continuerà a puntare sulla cucina di mare d’eccellenza. Non ci sarà competizione interna: i marchi sono complementari, non sovrapponibili. Vogliamo migliorare ogni location, affidandoci ad architetti di spicco per reinterpretare gli spazi e a team selezionati per garantire standard elevatissimi. L’idea è di non limitarsi a ristrutturare, ma di ridefinire il concetto stesso di esperienza di lusso.

Quali saranno gli impatti sull’attuale personale delle strutture acquisite?

Uno dei nostri primi impegni è stato quello di integrare tutti i team esistenti nel nostro gruppo. Sono le persone a fare la differenza. È un mantra per noi: puoi avere la migliore location del mondo, ma senza persone motivate e preparate non vai lontano. Rafforzeremo le squadre, portando la nostra cultura aziendale, basata su qualità, innovazione e attenzione ai dettagli. Ogni nuovo progetto sarà un’opportunità di crescita, non solo per Triple Sea Food, ma anche per chi lavora con noi.

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Come vi distinguete dai grandi gruppi internazionali?

Puntiamo su ciò che sappiamo fare meglio: l’italianità. È un valore aggiunto che il mondo ci riconosce. Al contrario dei grandi gruppi standardizzati, noi vogliamo offrire autenticità e personalizzazione. Ogni brand del nostro portafoglio avrà la sua voce: Twiga si concentrerà sull’intrattenimento esclusivo, Vesta sulla cucina di mare. Non facciamo copia-incolla, ma cuciamo su misura esperienze che restano nella memoria.

Questa acquisizione è solo l’inizio?

Assolutamente sì. L’acquisizione del Twiga è una pietra miliare, ma non ci fermeremo. Il nostro piano prevede crescita sia per linee interne che esterne. Abbiamo un budget solido per ristrutturare e rilanciare le location esistenti, ma stiamo già guardando oltre. Montecarlo è solo un primo passo verso una presenza più capillare nei mercati internazionali. Vogliamo costruire qualcosa di unico, che parta dall’Italia ma parli al mondo intero.

Che ruolo ha avuto Leonardo Maria Del Vecchio in tutto questo?

Leonardo è il cuore pulsante di questa operazione. La sua visione ci spinge a non porci limiti, a puntare sempre più in alto. È grazie alla sua leadership se oggi possiamo parlare di un’operazione così ambiziosa. Ma non è solo un visionario: è un leader che sa valorizzare le persone. E questa filosofia è ciò che ispira ogni nostra decisione.

Come vede il futuro di Triple Sea Food?

Fra cinque anni, vogliamo essere riconosciuti come un gruppo leader nel settore dell’ospitalità e dell’intrattenimento, capace di competere con i colossi globali ma mantenendo un’identità forte e autenticamente italiana. Non vogliamo essere solo un altro player internazionale: vogliamo rappresentare il meglio del nostro Paese. Se ci riusciremo? Siamo sulla strada giusta, e questa acquisizione è la prova che abbiamo le idee e la forza per arrivare lontano.