Economia

Cina, i brand mondiali mollano lo Xinjiang. Boicottaggio per H&M e Nike

Le due aziende hanno assicurato di non rifornirsi di cotone proveniente dalla regione autonoma dove vive la minoranza musulmana degli uiguri

Cina: lavoro forzato nello Xinjiang. Nel mirino del web ora Nike

Sui social nel mirino della rabbia degli utenti cinesi che lanciano appelli a boicottare la firma è la volta di Nike, all'indomani di quelli contro il gigante svedese dell’abbigliamento H&M. Anche alcune celebrità stanno cancellando i contratti firmati con i due brand. La bufera è esplosa dopo che le due aziende si sono dette “profondamente preoccupate" per le notizie riguardanti lo sfruttamento del lavoro forzato nello Xinjiang e hanno assicurato di non rifornirsi di cotone proveniente dalla regione autonoma, dove vive la minoranza musulmana degli uiguri. Oggi il contraccolpo alle dichiarazioni della Nike è stato tra gli argomenti di maggiore tendenza sui social media cinesi simili a Twitter, Weibo, piattaforma di micro-blogging più popolare in Cina, mentre in borsa il titolo del brand sportivo sta registrando perdite. Sempre sulla stessa piattaforma il popolare attore cinese Wang Yibo, 23 anni, ha annunciato la chiusura del suo contratto di testimonial per la firma sportiva. Stando a China Global Television Network, Wang, star di “The Untamed” con 38 milioni di followers su Weibo, ha detto che si oppone a “qualsiasi atto per imbrattare la Cina”. Stessa decisione da parte dell’attrice cinese Tan Songyun, 23 milioni di followers su Weibo.

Al momento non è chiaro quando i vertici della Nike abbiano pubblicato il comunicato incriminato, in quanto non riporta una data. “Siamo preoccupati in merito a segnalazioni di lavori forzati nella regione autonoma uigura dello Xinjiang (XUAR) e collegati a essa”, si legge nel comunicato Nike, precisando di “non rifornirsi in prodotti provenienti dallo Xinjinag e di aver avuto conferma dai propri fornitori che non vengono utilizzati tessuti o filati da quella regione”.  La Cina ha replicato, definendo "completamente infondate" le accuse e avvertito che non consentirà a nessuno di screditarla.