Economia
Esclusivo/ Cnh punta 100 milioni all'anno in R&D a Modena: ecco perché
L'azienda, che si è appena "separata" da Iveco, vuole creare un polo d'eccellenza nella Motor Valley
Guerra in Ucraina e ricadute sull’economia
Pur non essendo un’azienda particolarmente energivora, Cnh risente ovviamente della crisi originata dalla guerra tra Russia e Ucraina. L’azienda, infatti, ha già iniziato ad alzare i prezzi in maniera commisurata all’incremento dei costi di produzione e distribuzione. “A questo – chiosa Sisto – si deve aggiungere anche il fatto che stiamo ricevendo moltissimi ordini, almeno fino al primo trimestre del 2023, ma facciamo fatica a evaderli a causa di qualche problema logistico. Ma siamo molto meno impattati dalla scarsità di materie prime e carenza di chip di quanto avviene nell’automotive. Il settore primario continua a essere trainante”.
Per quanto riguarda i numeri, Russia e Ucraina rappresentano circa il 3% del fatturato complessivo di Cnh Industrial. In Ucraina le cose stanno riprendendo, nonostante le ovvie difficoltà. “Abbiamo portato tutte le famiglie dei nostri dipendenti in Polonia – spiega Sisto – mentre in Russia abbiamo fermato ogni attività a partire dal 25 febbraio, il giorno dopo l’invasione. Non operiamo più con nessun tipo di prodotto, di ricambio o di servizio. Avevamo uno stabilimento a Chelny, in Tatarstan, dove non abbiamo licenziato nessuno ma abbiamo messo l’intera produzione in standby”.
Il profilo di Cnh Industrial
Cnh Industrial ha 37.600 dipendenti nel mondo, con un fatturato vicino ai 20 miliardi, 42 stabilimenti nel mondo e 30 centri di ricerca e sviluppo. È il secondo produttore al mondo di macchine agricole. Questo business pesa per il 76% sul fatturato, mentre il settore del movimento terra vale il 16%. Infine, l’8% viene realizzato tramite i financial services di Cnh Industrial Capital. L’area Emea pesa per il 37% del fatturato, come il Nord America, ma è quella che produce i volumi più elevati. 16 stabilimenti e 10 centri di ricerca si trovano nell’area guidata da Sisto.
“L’importanza dell’Italia all’interno di Cnh Industrial è elevata – conclude il presidente Emea -, a livello di fabbriche stiamo investendo parecchio e produciamo fino a oltre 20.000 pezzi. Il peso dell’alternative fuels non è rilevante rispetto al diesel, però il trattore a metano ancora in fase prototipale ha una previsione di vendita intorno alle 2.000 unità annue. Certo, su 170.000 veicoli complessivi è ancora marginale, ma siamo sicuri che crescerà rapidamente”.