Economia
Confindustria, Andrea Illy s'offre. Dall'Emilia l'assist per "Mr Caffè"
Affari pubblica in esclusiva la lettera dell'imprenditore triestino ai presidenti di Sistema. Rumors: le manovre di Storchi, Marchesini e Vacchi. Le audizioni
Andrea Illy prova materialmente a coagulare attorno a sè il 20% dei consensi assembleari in Confindustria. Contando sull'appoggio e sull'assist di Confindustria Emilia Centro e di Unindustria Reggio Emilia ovvero l'area che ospita anche la packaging valley dei fornitori che stampano le capsule del caffè per l'imprenditore triestino.
Il giorno prima dell'audizione (domenica) dei tre candidati Carlo Bonomi, Licia Mattioli e Giuseppe Pasini in Sala Pininfarina con Giovani e Piccola Industria di Confindustria, audizioni che si sono svolte oggi (dalle 11 alle 16), Illy ha preso carta e penna per scrivere a tutti i presidenti delle associazioni territoriali e categoriali una lettera - di cui Affaritaliani.it è giunto in possesso e che pubblica qui sotto in esclusiva - per dire che vuole fare il presidente di Confindustria. Una missiva in cui chiede quindi il sostegno e, qualora vi fosse l'interesse, la possibilità di avere un incontro per poter illustrare il proprio "pensiero" e la propria "visione riferiti a Confindustria e al Paese".
"Caro Presidente mi rivolgo a te come a tutte le rappresentanze , territoriali e di categoria di Confindustria, perché avverto il bisogno, e anche il dovere, di precisare la mia posizione in merito a un'eventuale candidatura alla nostra presidenza nazionale della nostra Confederazione", è l'incipit della lettera del presidente del gruppo del caffè.
Che prosegue: "Come probabilmente saprai, non ho aderito alla soluzione della cosiddetta 'autocandidatura' prevista dalle nuove norme statutarie. Tuttavia, sollecitato in questi mesi da numerosi imprenditori e mosso dalla preoccupazione, tanto come cittadino quanto come imprenditore, circa la situazione di permanenti difficoltà economiche e sociali del nostro Paese, mi sono reso disponibile, qualora ne sussistessero le condizioni ed esclusivamente per spirito di servizio, ad accogliere un formale invito a dedicare a Confindustria il mio impegno per i prossimi quattro anni".
"Qualora dunque si coagulasse la volontà di indicare il mio nome", ha aggiunto Illy, "da parte di Associazioni territoriali e di categoria che assommino almeno il 20% dei consensi assembleari - secondo una delle modalità previste dallo Statuto - sarei pronto ad accogliere l'invito e misurarmi in qualità di candidato".
"Preso atto che le regole per la nomina della nuova presidenza impediscono di esternare pubblicamente le proprie intenzioni - ha scritto ancora Illy, arrivando al senso dell'invio della sua missiva - ho ritenuto di affidare le mie a questa lettera; intenzioni che spero tu possa considerare per la schiettezza e il senso di partecipazione associativa che le pervadono".
"Alcune Associazioni - ha concluso quindi l'industriale triestino - mi hanno gentilmente invitato a un confronto diretto per conoscere il mio pensiero e la mia visione riferiti a Confindustria e al Paese. Se anche tu lo ritenessi utile sarei onorato di poter incontrare te i Colleghi della tua Associazione". Come aveva anticipato Affaritaliani.it il 23 gennaio Illy aveva rinunciato alla raccolta delle firme per partecipare alla fase delle autocandidature, procedura che invece è stata seguita da Bonomi, Pasini e Mattioli. Step difficile da mettere a segno per l'imprenditore triestino anche perché Illy, a differenza degli altri candidati, era partito tardi nella costruzione del consenso e nel Sistema di Viale dell'Astronomia le preferenze cominciavano già a esser strutturate.
La lettera è arrivata alla vigila di un confronto importante dei tre candidati in Veneto (martedì mattina a Padova), ma soprattutto in Emilia Romagna (nel pomeriggio) dove le territoriali, a differenza del Nordest (VenetoCentro e Venezia-Rovigo hanno già fatto il proprio endorsement per Bonomi) non si sono ancora schierate e dove il presidente di Confindustria Emilia Romagna, Pietro Ferrari, supporter di Bonomi, spinge per un pronunciamento regionale unitario. Pronunciamento a cui, sono i rumors che circolano in Viale dell'Astronomia, si oppongono Confindustria Emilia Centro e cioè Bologna, Ferrara e Modena e Reggio Emilia, pro-Illy.
Il motivo? Guadagnare tempo per dare la possibilità alla candidatura Illy di raggiungere la massa critica del 20% dei voti assembleari e consentire all'imprenditore del caffè di partecipare alla corsa. Chi starebbe cercando di fare l'assit a Illy in Emilia sarebbero, in primis, il presidente di Unindustria Reggio Fabio Storchi e due pesi massimi della zona e cioè Maurizio Marchesini e Alberto Vacchi, il patron di Ima di che nella precedente tornata elettorale aveva perso per un soffio contro Vincenzo Boccia.
Pare che le altre territoriali abbiano fissato a domani la deadline per arrivare al pronunciamento unitario. Se non si arriverà alla decisione comune, ognuno in regione andrà in ordine sparso. Condizione, maligna qualcuno, per dare agli alfieri di Illy la possibilità di poter valorizzare in Zona Cesarini il proprio sostegno in termini di futuro spoil system confindustriale.
Infine, da Radioconfindustria arrivano nuovi elementi sulla strutturazione del consenso dopo le audizioni odierne. Chi era presente agli appuntamenti capitolini dei candidati ha definito l'esposizione del presidente di Assolombarda "molto analitica", quella della Mattioli invece "molto coinvolgente" e quella di Pasini "concreta".
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, Bonomi ha guadagnato un voto fra i Giovani (le preferenze nel pacchettino di sei voti che andranno espressi in Consiglio il 26 marzo sono cinque a uno) mentre nella Piccola (17 preferenze complessive in Consiglio) si registra una crescita sia della Mattioli (che avrebbe raggiunto Mr Assolombarda) sia di Pasini. Che avrebbero quindi eroso terreno Bonomi.
@andreadeugeni