Economia
Orsini: "Serve un Next generation Eu per rilanciare l’industria. A rischio interi settori"
Il presidente di Confindustria lancia l'allarme e chiede un piano triennale per gli investimenti
Confindustria, Orsini: "Piano triennale per l'industria italiana, questa è l'urgenza"
Mentre il governo Meloni è impegnato nell'approvazione di oltre 600 emendamenti relativi alla manovra finanziaria, prima del decisivo passaggio parlamentare, il presidente di Confindustria lancia l'allarme sulla situazione delle aziende. "Si definisca un piano triennale per l’industria italiana. Questa è l’urgenza. Bisogna individuare - spiega Emanuele Orsini a Il Corriere della Sera - i settori su cui puntare con nuovi investimenti e quelli che invece devono essere accompagnati a una riconversione. Tre anni per recuperare competitività sulla logistica, sul costo dell’energia. Non siamo di fronte a una crisi congiunturale qualunque, in ballo c’è la sopravvivenza di interi comparti. Non solo l’auto. La chiave è mettere gli investimenti pubblici e privati al centro. È chiaro che con un debito pubblico di 3.000 miliardi e tassi che scendono troppo lentamente noi come Italia possiamo fare ben poco. Serve un Next generation Eu per rilanciare l’industria".
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Orsini sposta la sfida a Bruxelles più che a Roma. "Ora servono i fatti. Se i fatti non arrivassero siamo pronti anche ad azioni simboliche. Anche ad andare davanti al parlamento europeo con tutti i nostri imprenditori, se necessario. Non solo italiani. Da mesi stiamo costruendo un’azione coordinata con le confindustrie di Francia, Germania, Spagna, Portogallo ed è necessario che siano con noi anche Polonia e Repubblica ceca che presto incontreremo". Orsini si sofferma anche sul costo dell'energia troppo elevato in Italia rispetto agli altri Paesi Ue. "Il nucleare - prosegue il presidente di Confindustria a Il Corriere - è l’unica via e le aziende italiane sono disponibili non appena pronti ad ospitare i mini-reattori. Nell’attesa dobbiamo subito creare il mercato unico europeo dell’energia e disaccoppiare il prezzo delle rinnovabili da quello delle fossili abilitando i contratti di lungo periodo".