Confindustria, staffetta Baban-Biffi. Il risiko che porta Rocca in Cariplo
Una serie di movimenti nelle poltrone di Confindustria ridisegna il potere nel sistema dell'Aquilotto, con conseguenze anche nelle partite roventi della finanza
Bocciano della prima ora, Alvise Biffi si era apertamente messo di traverso un anno fa alle manovre di un Rocca desideroso di far vincere a tutti i costi, con la regia di Luca Cordero di Montezemolo, il bolognese Alberto Vacchi nella contesa per la successione a Squinzi. Una posizione contro Rocca che l’imprenditore milanese ha sempre saputo tenere salda per tanto tempo, peggio di un nemico giurato. Quasi come adesso, quando pur di sperare di scalare una delle vicepresidenze chiave di Confindustria, non si è fatto pregare nemmeno un minuto di più per schierarsi, sferza in mano, come grande supporter di Carlo Bonomi contro l’altro candidato alla successione di Rocca, il brianzolo Andrea Dell’Orto.
Ce la farà l’elettricista 4.0 (come viene simpaticamente chiamato Biffi da qualche collega meneghino) a fare il grande salto di categoria? Gli esperti confindustriali non si sbilanciano. “Di certo, non dipenderà né da Rocca, ormai già scaduto in Assolombarda, né dalla Panucci e men che meno da Carlo Bonomi”, affermano in coro.
“Il presidente della Piccola nazionale – osservano – viene sempre indicato dalla propria componente regionale e votato da tutte le altre rappresentanze dei piccoli confindustriali”. Vale a dire, come dicono i latini, Nemo propheta in patria.
Ma Rocca ci spera perchè, si mormora, se tutti i tasselli andranno al posto giusto, potrà vedersi proiettato nella stanza dei bottoni della Cariplo. Che, a cascata, vuol dire Banca Intesa, forse presto GenIntesa e motore, guarda caso, della grande operazione (tanto cara a Mr Humanitas) Ieo-Monzino, osteggiata da Mediobanca.
Il risiko confindustriale è in movimento.