Economia

Coronavirus, British, Easyjet e Ryanair portano Boris Johnson in tribunale

Azione legale contro il governo britannico perché rinunci alla quarantena di 14 giorni imposta ai viaggiatori in arrivo nel Regno Unito

British Airways, easyJet e Ryanair portano Boris Johnson in tribunale. Le tre compagnie aeree hanno infatti annunciato di avere avviato un'azione legale contro il governo britannico perché rinunci alla quarantena di 14 giorni imposta ai viaggiatori in arrivo nel Regno Unito quale misura anti-coronavirus, una legge entrata in vigore lunedì. Vogliono che Downing Street ripristini la politica precedente varata il 10 marzo, che imponeva la quarantena solamente ai passeggeri provenienti da Paesi "ad alto rischio".

british Airways BR
 

"Questa sarebbe la soluzione più pratica ed efficace e consentirebbe ai dipendenti pubblici di concentrarsi su altre questioni più significative conseguenti alla pandemia e di riallineare il Regno Unito con i Paesi europei che stanno procedendo con le riaperture dei confini da metà giugno", hanno commentato le aviolinee in una nota condivisa.

La Commissione europea ha raccomandato la riapertura delle frontiere all'interno del blocco dal 15 giugno, ma il Regno Unito non si è ancora coordinato con l'Ue. Le compagnie aeree hanno spiegato che l'attuale politica sulla quarantena avrà un effetto devastante sul settore turistico del Regno Unito, sulla sua economia più ampia e porterà a migliaia di licenziamenti. Inoltre, i vettori hanno aggiunto che non ci sono state consultazioni e che non sussistono prove scientifiche a sostegno di una politica tanto rigida, che impedisce anche i viaggi da e verso Paesi con tassi di contagio più bassi rispetto a quelli del Regno Unito.

easyjet aereo
 

Per far fronte allo stop improvviso dell’attività per diverse settimane provocato dal lockdown, il settore aereo aveva programmato una ripresa graduale dei voli con l'avvio dell' estate, ma i loro piani sono saltati a causa della quarantena.

L'obbligo di un autoisolamento della durata di 14 giorni, sottoposto a verifica ogni tre settimane, riguarda tutti i viaggiatori in arrivo via terra, mare e cielo, indipendentemente dal fatto che si tratti di persone residenti o meno nel Regno Unito.

Sono previsti controlli casuali e ai trasgressori potranno essere applicate sanzioni fino a 1.000 sterline (1.122 euro) ed eccezioni per gli autotrasportatori, il personale sanitario, i lavoratori agricoli stagionali e i viaggiatori provenienti dall'Irlanda.

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La citazione arriva nel giorno in cui l’ufficio nazionale di statistica ha fatto sapere che il Pil della Gran Bretagna è sceso su base mensile del 20,4% ad aprile, con una flessione del 24,5% su base annua, una contrazione economica senza precedenti che potrebbe beneficiare non poco della ripresa dei flussi turistici verso Londra.