Economia
Coronavirus, Face si appella al Governo: "Più alluminio per le produzioni"
Coronavirus, Face si appella al Governo: "Più alluminio per le produzioni. A marzo in molti comparti calo della produzione del 50 per cento"
“Alla luce dei provvedimenti varati in molti Paesi per contrastare la pandemia di COVID-19, è fondamentale riconoscere all’intera catena di valore dell'alluminio la caratteristica di filiera essenziale, sia a livello europeo sia a livello nazionale, tenendo conto del valore strategico della stessa per molte attività chiave del sistema produttivo e per le politiche di sostenibilità”. Così in una nota Mario Conserva, Segretario Generale di FACE - Federation of Aluminium Consumers in Europe - associazione che rappresenta gli interessi dei trasformatori e degli utilizzatori di alluminio in UE.
A causa dell’emergenza del Covid-19 molti comparti, come le fonderie e le aziende che operano nel campo dei trattamenti superficiali dell’alluminio, hanno già registrato nel mese di marzo un calo della produzione di circa il 50%. Perdite che aumenteranno notevolmente a seguito della chiusura di molte aziende decisa dal Governo con il Dpcm del 22 marzo, che ha escluso tutta la metallurgia dall’elenco delle attività essenziali. Volendo provare a quantificare l’impatto di questa crisi sulla produzione di alluminio nel 2020, si stima che il consumo totale di alluminio in Italia nel 2020 dovrebbe attestarsi su 1,6/1,7 milioni di tonnellate, il che ci riporterebbe indietro di almeno 10 anni. L’industria dell’alluminio, settore con una valenza strategica per tutto il comparto manifatturiero europeo, in Italia conta quasi un migliaio di imprese dirette - molte delle quali situate in Lombardia (in particolare a Bergamo, Brescia e nel sud-est milanese), in Piemonte e in Emilia-Romagna, le aree più colpite dall’emergenza - ed un fatturato di circa 12 miliardi di euro. La catena di valore è composta per oltre il 90% da piccole-medie aziende che danno un contributo fondamentale a tutto il sistema produttivo italiano, dalla salute pubblica al settore alimentare, dalla strumentazione elettronica ai mezzi di comunicazione, di trasmissione e distribuzione dell’energia, ai mezzi di trasporto.
“Comprendiamo - continua Conserva - la decisione del Governo italiano di fermare la produzione delle aziende del settore, ad esclusione di quelle che assicurano la continuità delle filiere produttive vitali. Una scelta questa che mette al primo posto la tutela della salute dei lavoratori, come del resto avevano già fatto molte nostre aziende, che avevano già deciso, autonomamente, una chiusura temporanea degli impianti prima dell’entrata in vigore delle misure restrittive. Peraltro, le aziende del settore che, come previsto dal Decreto, potranno rimanere aperte per assicurare la continuità delle filiere produttive essenziali stanno adottando tutte le misure per tutelare la salute dei lavoratori. Riteniamo quindi- conclude Conserva - che sia necessario intervenire con azioni immediate e prevedere misure straordinarie di supporto alle aziende del settore, come l’assicurazione del credito, una maggiore liquidità, finanziamenti per progetti di investimento, incentivi fiscali e prestiti agevolati.”