Economia
Coronavirus,Fmi: in Italia debito-Pil oltre il 155%.Dubbi sulla bassa crescita
Incentivi fiscali messi in campo dai Governi per 8 mila miliardi
Circa 8 mila miliardi di euro di euro messi sul tavolo dai Governi di tutto il mondo per combattere l’epidemia di Coronavirus e contenerne gli effetti economici. Potenza da fuoco a cui bisogna aggiungere gli interventi delle Banche centrali 6 mila miliardi di dollari di liquidità iniettata. Gli incontri primaverili dell'Fmi e della Banca Mondiale che sono in corso (in forma virtuale) a Washington sono l’occasione per fare il punto sulla situazione fiscale post misure di sostegno all’economia, azioni che provocheranno per gli esperti delle principali istituzioni internazionali della governance economica mondiale un peggioramento dei bilanci in “quasi tutti i Paesi”.
Il direttore del Fmi Kristalina Georgieva
“I Governi devono fare tutto quel che è necessario” per cercare di attutire l'impatto sulla società e sull'economia ma devono tenere a mente che ne dovranno dare conto, avvertono gli economisti dell’organismo di Washington guidato da Kristalina Georgieva, Vitor Gaspar, W. Raphael Lam e Mehdi Raissi in un blog che accompagna la pubblicazione del Fiscal Monitor. Nodi che arriveranno al pettine a cominciare dall’Italia, dove il Fmi si aspetta che il deficit strutturale salga all'8,3% del Pil nel 2020 per poi scendere al 3,5% l'anno seguente (nel 2019, era pari all'1,6%). In autunno, il Fondo aveva previsto un rapporto deficit/Pil pari al 2,5%. Mentre il disavanzo primario (che esclude i costi sul servizio del debito) quest'anno sarà pari al 4,8% del Pil, per poi scendere allo 0,2% nel 2021.
Queste stime dovrebbero dunque portare il debito pubblico italiano come percentuale del Pil ad esplodere di oltre 20 punti percentuali, salendo nel 2020 al 155,5% (dal 134,8% fatto registrare sia nel 2018 che nel 2019). A fronte di stime che lo scorso autunno, prevedevano un rapporto debito-Pil pari al 133,7%. Numeri che tra le economie avanzate, vedono fare peggio solo il Giappone, come sempre, con un debito pubblico monstre, pari al 251,9% del Pil. “Il problema legato all'elevato livello di indebitamento dell'Italia è strettamente correlato a quello legato ai livelli di crescita molto bassi del Paese”, ha sottolineato il direttore del dipartimento degli Affari fiscali del Fondo Vitor Gaspar, durante la conferenza stampa di presentazione del Fiscal Monitor.
La crescita italiana è stata molto deludente negli ultimi tre decenni, ha notato Gaspar che ha ricordato come la sfida maggiore dell'economia italiana è di essere “competitiva”. Gli esperti del Fondo spiegano che stimare l'entità dell'impatto sulle finanze pubbliche presenta un “alto grado di incertezza” (le stime fornite si fermano solo all'anno prossimo) e dipenderà non solo dalla durata dell'emergenza, ma anche sulla velocità della ripresa.
Allargando lo sguardo, il deficit strutturale dell'Eurozona crescerà dallo 0,7% dello scorso anno al 7,5% del Pil nel 2020 per poi scendere al 3,6% l'anno seguente, mentre il rapporto debito-Pil dovrebbe salire dall’84,1% al 97,4%.
Oltreoceano, il Fondo si aspetta che il deficit strutturale degli Stati Uniti sia pari al 15,4% del Pil nel 2020 (contro il 5,8% dell'anno precedente) per poi scendere all'8,6% l'anno seguente. Mentre il debito pubblico come percentuale del Pil salirà al 131,1% (dal 109 % fatto registrare nel 2019). In Cina il disavanzo sarà pari all’11,2% (rispetto al 6,4% del 2019) e il debito pubblico salirà al 64,9% dal 54,4% del 2019. Infine, a livello mondiale, il deficit strutturale balzerà dal 3,7% nel 2020 al 9,9% del Pil e il debito-Pil aumenterà dall’83,3% al 96,4%.
@andreadeugeni