Coronavirus, Valtur: "Il turismo non può più aspettare" - Affaritaliani.it

Economia

Coronavirus, Valtur: "Il turismo non può più aspettare"

"Sì a un incentivo per promuovere i voli charter e rafforzare la mobilità Nord-Sud"

VALTUR E NICOLAUS:" IL TURISMO NON PUÒ PIÙ ASPETTARE SUBITO QUADRO NORMATIVO CHIARO PER EVITARE IL COLLASSO"

Giuseppe Pagliara, amministratore delegato del Tour operator che gestisce in esclusiva 31 strutture in Italia e 12 all’estero con un fatturato di 100 milioni di euro nel 2019, 190 dipendenti diretti e 3.000 stagionali nei villaggi: "necessità di linee guida definite per dare la possibilità di ripartire a chi si sta strutturando per operare, i rappresentanti di tutta la filiera vogliono essere ascoltati nella riscrittura delle regole, basta improvvisazione. Sì a un incentivo per promuovere i voli charter e rafforzare la mobilità Nord-Sud e Iva  al 10 per cento per  equiparare Tour operator e alberghi".

GIuseppe Pagliara
Giuseppe Pagliara

“Per salvare la stagione e centinaia di migliaia di posto di lavoro, tutti i segmenti della filiera turistica hanno bisogno di sapere se i rappresentanti governativi intendono dare forma con urgenza, ascoltando gli operatori del settore, a un piano che ci permetta di essere pronti per riprendere le attività quando ci saranno le condizioni. Le variabili da considerare sono davvero molte e le stiamo vagliando tutte, sulla base della nostra esperienza, ma abbiamo bisogno di lavorare a stretto contatto con le istituzioni.

Non pretendiamo risposte che non possono essere date adesso, né il senso della nostra richiesta è orientato alla richiesta incondizionata di ammortizzatori economici: chiediamo di fare chiarezza insieme per prepararci a soddisfare il desiderio delle persone di poter vivere una vacanza serena, perché, se non capiremo alcune cose al più presto, rischiamo che il nostro settore subisca un danno pressoché irreversibile”:  così Giuseppe Pagliara, amministratore delegato dei brand Valtur e Nicolaus che contano un portafoglio di 31 villaggi in Italia e 12 all’estero. fotografa la situazione attuale del comparto turistico, a rischio di implosione non soltanto per il blocco delle attività, ma soprattutto per l’assenza di una prospettiva di carattere legislativo, fondamentale per ogni aspetto operativo. 

  Mettere al più presto a fuoco una maglia normativa omogenea su scala nazionale all’interno della quale poter operare è una condizione ineludibile per scrivere un nuovo vocabolario del turismo che sia espressione di un nuovo modo di organizzare l’offerta e permetta alle persone di capire come dar seguito al desiderio e alla necessità di viaggiare. La stagione quest’anno sarà molto corta e i nodi da dipanare sono ancora troppi per pensare di continuare a posticipare azioni concrete legate alla costruzione e alla promozione dell’offerta che si prospettino economicamente sostenibili. 

   Per l’AD di Valtur e di Nicolaus i rappresentanti della filiera e le istituzioni devono operare insieme per: 1)

delineare gli scenari possibili in cui muoversi; 2) individuare tempi che sono fondamentali per il turismo come, ad esempio, la riapertura delle scuole; 3) lavorare ai format e ai protocolli da applicare alle strutture ricettive, alla ristorazione, ai servizi e ai trasporti; 4) inquadrare eventuali responsabilità e coperture assicurative; 5) comprendere come sarà regolata la mobilità interregionale.

  “Siamo stati tra i firmatari del Manifesto per il Turismo, redatto dalle nostre associazioni di categoria, ASTOI -Confindustria Viaggi e da FTO, per fornire alle forze politiche indicazioni di carattere tecnico e strategico. Gli strumenti indicati sono di carattere pratico sia per creare condizioni utili a far rinascere la domanda sia per sostenere concretamente con misure e norme adeguate un comparto che, attenendoci ai dati ENIT, nel 2018 ha inciso per il 13,2% del PIL nazionale, coprendo il 14,9% dell’occupazione totale del nostro Paese. In qualità di amministratore delegato di un gruppo che dà lavoro a 180 persone in sede e ad altre 3.000 persone, considerando le risorse impiegate nei nostri villaggi, mi preme sottolineare nuovamente che dobbiamo muoverci al più presto. I tour operator sono pronti a ripartire, così come lo sono le strutture alberghiere e la distribuzione, ma non possiamo farlo al buio. Dobbiamo capire come poter aprire e di chi saranno i costi e le responsabilità delle riaperture”, commenta Giuseppe Pagliara.

 Accanto al quadro normativo è altrettanto necessario agire  per varare misure di impronta economica che vadano, per esempio, nella direzione di: 1) erogare un contributo trasporto per i pacchetti turistici; 2) abbassare l’IVA sui pacchetti turistici nel regime speciale 74ter dal 22% al 10%, al pari dell’IVA alberghiera, così da permettere un contenimento dei prezzi al consumatore.

  “I contributi a chi viaggia sono sicuramente utili, ma gli interventi devono necessariamente interessare anche chi crea l’offerta che dovrà affrontare costi importanti per adeguare strutture, trasporti e servizi a fronte di un’ingente diminuzione di entrate e margini. Per il nostro settore, un contributo per i trasporti legati ai pacchetti turistici è una proposta che riteniamo attuabile e che vorremmo portare avanti. Questo contributo è già stato previsto in passato per molte operazioni, sia dedicato a tour operator esteri, per sostenere rotazioni charter più o meno lunghe durante la stagione, sia per favorire il traffico in particolari aeroporti  (come quelli della Regione Calabria), con operazioni charter anche di traffico domestico nord-sud. Il contributo potrebbe andare a sanare quel gap economico che sarà determinato dalla necessità di diminuire i posti dei mezzi di trasporto per lasciare spazio tra le persone. Un contributo economico ai tour operator darebbe respiro al settore, considerando che le prime bozze di normative prevedono, per esempio, una capienza dei bus molto ridotta e, quindi, un aumento sensibile della spesa legata al trasporto”, conclude Pagliara.