Economia

Corporate bond, in Italia corrono solo le banche: pesano i tassi alle stelle

di Redazione Economia

Senza istituti di credito il panorama delle emissioni è risultato meno dinamico, specie per le società investment grade, che attendono condizioni migliori

Corporate bond, in Italia crescono grazie alle banche

Da un'oscillazione tra l'incertezza innescata dall'invasione russa in Ucraina e il surriscaldamento causato da un repentino aumento dei tassi di interesse, il mondo degli affari è immerso in un clima straordinario e spesso instabile. Tuttavia, nonostante questi fattori, il volume delle emissioni di obbligazioni da parte delle società europee è in crescita nei primi nove mesi del 2023, suggerendo una vivacità forse inaspettata nel mercato primario.

I dati raccolti da Dealogic per Il Sole 24 Ore confermano che da gennaio a settembre, società europee hanno collocato obbligazioni con un elevato merito di credito (investment grade) per un totale di 774 miliardi di euro. Questo valore rappresenta un aumento del 20% rispetto allo stesso periodo nel 2022, nonostante le condizioni economiche difficili. Questa performance è in linea con gli anni precedenti e dimostra una resilienza sorprendente.

Il 2023 potrebbe non stabilire record, ma i risultati ottenuti non sono da sottovalutare, soprattutto considerando il contesto di tassi di interesse in aumento e un rallentamento continuo nelle attività di finanza straordinaria delle società. Molte di queste emissioni sono state essenzialmente operazioni di rifinanziamento, con poche nuove emissioni a causa del basso numero di fusioni e acquisizioni. Franck Dixmier, responsabile globale degli investimenti nel reddito fisso di Allianz Global Investors, nota che in molti casi le società hanno preferito attendere momenti migliori piuttosto che rinnovare anticipatamente il debito che sarebbe scaduto nei prossimi anni, come avevano fatto in passato quando i costi erano più contenuti o addirittura negativi.

L'aumento dei tassi di interesse e i costi relativamente elevati delle cedole rispetto al periodo precedente hanno reso più conveniente per le società evitare il rifinanziamento a breve termine. Inoltre, la diluizione delle scadenze nel medio termine in Europa ha contribuito a ridurre l'urgenza del rifinanziamento per molte società.

Questa crescita ha coinvolto anche le società con un merito di credito inferiore, comunemente note come "high yield". Le emissioni high yield sono aumentate del 58% anno su anno, superando i 60 miliardi di euro. Anche se questo aumento è notevole, va notato che i valori dei primi nove mesi del 2023 sono ancora inferiori alla media del decennio precedente, che sfiorava i 100 miliardi. Tuttavia, questo non sembra preoccupare gli operatori del settore, poiché non è tanto una mancanza di interesse da parte degli investitori quanto una riluttanza da parte degli emittenti a pagare i tassi di interesse di mercato.

In Italia, la tendenza rispecchia in gran parte quella dell'Europa, anche se le banche italiane hanno dimostrato un maggiore dinamismo. I dati che includono le istituzioni finanziarie mostrano un aumento dell'80% rispetto ai primi nove mesi del 2022, con 47 miliardi di euro emessi. Questo dimostra che il mercato italiano delle obbligazioni è in piena corsa per ritornare ai suoi anni d'oro, grazie in parte alle grandi banche, con Intesa Sanpaolo in testa, che hanno completato operazioni con importi medi più elevati rispetto al passato recente.

Escludendo le banche, il panorama delle emissioni è risultato meno dinamico, specialmente per le società investment grade, che sembrano essere in attesa di condizioni migliori. Le emissioni sono diminuite rispetto al 2022, scendendo del 9% a 18,5 miliardi di euro, e le principali operazioni sono state condotte da Eni ed Enel.

Per le società con merito di credito inferiore, la ripresa era probabilmente inevitabile dopo il blocco parziale dell'anno precedente e non si è fatta attendere. In Italia, le emissioni high yield ammontano a 12,4 miliardi di euro, rappresentando il 20% delle emissioni complessive a livello europeo, anche se rimangono inferiori alla media del decennio precedente caratterizzato da tassi minimi. Lottomatica è stata tra le società leader, con un collocamento da 1,1 miliardi di euro in due tranche a maggio, seguita da Tim. Questi segnali positivi sono incoraggianti, ma una frenata potrebbe essere inevitabile in caso di recessione economica.