Economia
Costruzioni, la crisi di Ags manda al tappeto la sua controllata tessile Dvm
La grave crisi di Ags manda al tappeto una delle sue principali controllate, la Duca Visconti di Modrone (Dvm) spa, casa tessile di Vaprio D'Adda
Il gruppo di costruzioni dei fratelli Padrin finito in un’inchiesta giudiziaria milanese su una presunta truffa milionaria sui bonus edilizi manda al tappeto Dvm
La grave crisi di Ags, il gruppo di costruzioni dei fratelli Padrin finito in un’inchiesta giudiziaria milanese su una presunta truffa milionaria sui bonus edilizi, manda al tappeto una delle sue principali controllate, la Duca Visconti di Modrone (Dvm) spa, casa tessile produttrice dal 1838 nell’impianto di Vaprio d’Adda del più famoso fustagno e velluto italiano. Qualche giorno fa, infatti, Luisa Vasile giudice delegato del tribunale di Milano ha ammesso l’azienda al procedimento unitario di composizione della crisi in vista della proposta di concordato con cessione del patrimonio, nominando quale commissario Giovanni Saporito.
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Ags aveva comprato nel 2022 per quasi 40 milioni di euro il 98,3% di Dvm, che era allora il settore tessile del Gruppo Inghirami, proprietario della Reggiani Tessile. C’è da osservare che l’azienda già lo scorso anno aveva tentato la strada della composizione negoziata della crisi con un piano che poggiava sulla vendita dell’area industriale dismessa ex Reggiani di Bergamo, con un valore di realizzo stimato in 18,4 milioni. Ma nello scorso autunno è esplosa l’inchiesta riguardante Ags e la composizione s’è fermata. Di qui, appunto, la richiesta di procedura per garantire la quale - e per salvaguardare la continuità operativa in vista della cessione dell’azienda - poche settimane fa Dvm con il suo presidente Denis Delespaul (fra l’altro presidente della Camera di Commercio Francia-Italia) ha siglato un contratto d’affitto d’azienda con la newco controllata Duca Visconti di Modrone srl di cui è amministratore unico Fulvio Sogni, a.d. di Dvm.
Il ricorso presentato da Dvm al tribunale per mano dell’avvocato Filippo Canepa dello studio Osborne Clarke ricorda che l’azienda ha come clienti grandi brand della moda per la fornitura di fustagni e velluti e che la crisi è iniziata con al pandemia che ha contratto i ricavi e aumentato la tensione finanziario. L’ultimo bilancio (2022, approvato solo a fine dello scorso anno) s’è chiuso con una perdita di 10 milioni su 13 milioni di ricavi e un patrimonio netto negativi per oltre 5 milioni. Nel verbale d’assemblea Delespaul riferisce che vi sono due operatori del settore moda interessati all’acquisizione e che è in corso anche una due diligence da parte di un fondo. d’investimento.