Economia
CreVal, Agricole ancora in pressing. I proxy contro la lista di Dumont
Continuano le schermaglie fra i francesi e la banca valtellinese su cui hanno lanciato l'Opa
Mentre continuano i movimenti speculativi nell’azionariato del Creval finito sotto Opa del Credit Agricole Italia e le adesioni degli azionisti della banca valtellinese, dopo la prima settimana dell’offerta (iniziata il 30 marzo e destinata a chiudersi il 21 aprile), viaggiano poco sopra lo “zero virgola” del capitale, ormai è guerra aperta fra i francesi e il board della ex popolare guidata da Luigi Lovaglio.
Il Ceo del Credit Agricole Italia Giampiero Maioli
Dopo aver presentato nello scorso fine settimane un esposto alla Consob contro la banca, nel pomeriggio il Credit Agricole Italia ha emesso una nota in cui ha bacchettato ancora il Cda del Creval (in corso per deliberare sul tema oggetto del rilievo) segnalando che che “a più di una settimana di distanza dalla presentazione” della proposta di rinviare il rinnovo degli organi sociali “alla prima data utile successiva alla chiusura dell'offerta pubblica di acquisto”, tale proposta “non risulta ancora pubblicata sul sito internet” dell'istituto valtellinese.
Inoltre, il gruppo, la cui controllata in Italia è amministrata da Giampiero Maioli, ha sottolineato quindi che “questa carenza informativa è stata segnalata al Cda del Creval e alle autorità, dal momento che la mancata tempestiva pubblicazione della proposta sul sito internet del Creval inficia il regolare svolgimento dei lavori assembleari e il corretto ed informato esercizio del diritto di voto nell'assemblea degli azionisti” della banca valtellinese.
“Non si vedono, peraltro, i motivi - hanno concluso dalla banca di Maioli - per cui il Cda del Creval non debba pubblicare, se non addirittura supportare, la proposta, che è chiara, neutrale e formulata nell'interesse del Creval e di tutti i suoi azionisti”.
La scorsa settimana i francesi avevano motivato la loro richiesta spiegando come sia “opportuno, sulla base delle regole di buona governance e dei principi di correttezza, rinviare l'appuntamento societario.
I motivi? Alla luce di “signicativi cambiamenti” nella compagine sociale attesi all'esito dell'offerta, il CreVal, hanno sottolineato i francesi, sarebbe costretto a “un duplice rinnovo dell'organo amministrativo in un arco temporale ristretto, con le ricadute negative e gli inutili aggravi di tempi e costi che ne deriverebbero”.
Inoltre, l’Agricole ha messo anche in evidenza come il Cda uscente abbia anche chiamato l'assemblea a esprimersi in Zona Cesarini su “un nuovo piano bonus pool 2021” che contiene modiche alle politiche di remunerazione della banca tali “da renderlo assimilabile - senza che ciò sia adeguatamente portato all'attenzione dei soci - a un cosiddetto paracadute dorato per i relativi beneciari”. Con evidenti aggravi di costi, come quelli derivanti dalle eventuali cause di rimozione senza giusta causa mosse dai vecchi consiglieri, per la gestione del nuovo socio di controllo (al 51% nel caso in cui l’Opa abbia successo) entrante.
Intanto, mentre prosegue il saliscendi del fondo Dws Investment nell’azionariato (in una manciata di giorni è passato dal 5.863% al 4.608% per poi risalire al 7.057%), il proxy adviser Iss ha raccomandato ai soci del CreVal di non votare la lista presentata da Denis Dumont, azionista al 6,15% e che conferma gran parte del board uscente con a capo il Ceo Lovaglio, per il rinnovo del Cda.
Iss, una delle voci molto ascoltate dai grandi fondi istituzionali (presenti massicciamente nel capitale del gruppo di Lovaglio), ha motivato la propria indicazione spiegando che la lista presentata da un gruppo di investitori istituzionali rappresenta meglio gli interessi degli azionisti di minoranza e ha una visione indipendente sull'azione del management.
@andreadeugeni