Economia

Creval, funziona la cura Lovaglio. Sull'Opa si prospetta rilancio alla Intesa

di Marco Scotti

113,2 milioni di profitti, raddoppiati nell'anno del Covid

Giornata di conti per il Credito Valtellinese. E giornata di riflessioni. Prima di tutto, da segnalare come l’utile sia raddoppiato arrivando a quota 113,2 milioni di euro. Si abbassa l’incidenza dei crediti non performanti, scesi al 5,8% degli impieghi complessivi. E soprattutto la patrimonializzazione è ai massimi livelli, con un Cet 1 Ratio al 19,6%.

I numeri restituiscono una banca decisamente in salute, a cui sta facendo gran bene la cura di Luigi Lovaglio. L’ex manager di Pekao è da poco meno di due anni al vertice del Creval e ha già iniziato a far sentire pesantemente la sua mano. Positivo anche lo sguardo per il futuro, con i ricavi previsti in crescita sia sul fronte del margine d’interesse che delle commissioni. Il margine d’interesse beneficerà infatti da un lato dell’incremento dei finanziamenti alle famiglie, in particole del credito al consumo e dall’altro del maggior contributo dei fondi europei Tltro

L’elevata patrimonializzazione ha consentito di destinare 16,1 milioni allo stacco di cedole da 0,23 euro per azione, in linea con le richieste della Bce. Una buona notizia, ovviamente, che porta però a una serie di riflessioni. Con parametri così efficienti, la domanda che tutti si pongono è: ma davvero il Credito Valtellinese è pronto a essere mangiato dai francesi di Credite Agricole con un’Opa che valuta le azioni del gruppo 10,5 euro invece degli attuali 11,9?

Gli advisor incaricati, BofA Securities, Mediobanca, Intermonte e lo Studio Legale Cappelli Rccd, hanno fatto i conti in tasca all’Agricole, trovando che i benefici sono parecchio interessanti: 350 milioni derivano dal differimento fiscale garantito in caso di fusioni tra istituti di credito. Ad essi si aggiungono altri 100 milioni all’anno al lordo delle imposte nel conto economico dell’acquirente.

Dunque, se è vero che i francesi pagherebbero interamente in contanti e non con il consueto scambio “carta contro carta”, rimangono dei punti interrogativi. Algebris di Davide Serra ha aderito prontamente all’Opa annunciando che cederà il suo 5,4%. Equita aveva visto addirittura 12 motivi per aderire a questa proposta di acquisto. 

Ma dal Creval fanno sapere che aspetteranno la pubblicazione dell’offerta prima di prendere una qualsiasi decisione. La sensazione è che la pubblicazione del bilancio – oltretutto con la promessa di un’ulteriore remunerazione degli azionisti – possa diventare un’arma in più a favore del Creval, che potrebbe strappare un prezzo migliore. 

Si ripeterebbe un po’ lo stesso copione che si era visto tra Intesa e Ubi, con Carlo Messina che dovette incrementare notevolmente l’offerta sul piatto con un’Opas che, oltre a prevedere 1,7 azioni di Ca’ De Sass per ogni titolo di Ubi, portava in dote anche 57 centesimi cash. E il matrimonio si è consumato con buona soddisfazione da parte di tutti. 

Impossibile pensare che il connubio Creval-Credite Agricole possa saltare nonostante i bilanci particolarmente interessanti dell’istituto valtellinese. Ma è lecito aspettarsi un rilancio. Lovaglio e il consiglio di amministrazione non hanno fretta. E la loro strategia attendista sembra essere pronta a pagare… dividendi.