Economia
Creval, Lovaglio boccia il prezzo del. Credit Agricole: "E' troppo basso"
Il board del gruppo guidato da Luigi Lovaglio ha giudicato "non congruo da punto di vista finanziario" il prezzo dell'Opa del Credit Agricole
Arriva la bocciatura da parte dei vertici del Creval dell'Opa promossa dal Crediti Agricole Italia. Come preannunciato venerdì da Affaritaliani.it, il Cda ha giudicato non congruo il prezzo messo sul tavolo dalla banca francese guidata nel nostro Paese da Giampiero Maioli. In una nota appena emessa, il Cda del Credito Valtellinese, infatti, esaminati termini e condizioni dell'offerta, “pur riconoscendo che l'integrazione di una banca commerciale solida e ben posizionata quale è il Creval con un gruppo bancario come Credit Agricole Italia possa generare benefici, ritiene che il corrispettivo dell'offerta pari ad 10,500 euro per azione Creval (cum dividendo) non sia congruo da un punto di vista finanziario”.
Il board del gruppo guidato da Luigi Lovaglio, assistito da BofA Securities e Mediobanca, ritiene che la banca ha alcune caratteristiche che non sono sufficientemente valorizzate, a partire dall'"elevata eccedenza di capitale" di oltre 400 milioni che "crea anche le condizioni per un potenziale rafforzamento della politica di dividendi" una volta scadute le attuali limitazioni imposte dalla Bce al settore.
Fra gli altri punti di forza "un significativo miglioramento del profilo di rischio", in anticipo sui piani, il miglioramento dell'efficienza operativa con una forte riduzione dei costi operativi nel 2020, e la spinta dell'attività commerciale. Il Creval ha anche delle Dta (deferred tax assets, imposte anticipate, ndr) non iscritte a bilancio per 181 milioni che, considerate le aspettative reddituali, potrebbero essere iscritte per circa 30 milioni l'anno per i prossimi 5 anni.
Credit Agricole potrebbe poi "beneficiare di un rilevante goodwill negativo derivante dalla possibile acquisizione di Creval", che l'istituto lombardo stima in oltre 1 miliardo. Anche il premio offerto da Credit Agricole rispetto ai valori di Borsa precedenti all'offerta, viene ritenuto poco significativo perchè il titolo del Credito Valtellinese si stava apprezzando e anche da solo "avrebbe potuto beneficiare del trend positivo registrato dal settore bancario in generale nel periodo successivo", in particolare a seguito alla nascita del governo Draghi.